La Ripartenza

“L’Ue è in preda a un ideologismo estremista e miope”

Antonio D’Amato, Presidente di Seda International Packaging Group, mette in luce i limiti dell’Europa a vocazione green

L’Italia è leader in Europa per il riciclo degli imballaggi, con una percentuale di riciclo che quest’anno dovrebbe sfiorare il 75%. Questo significa che oltre 10 milioni e 300mila tonnellate di rifiuti di imballaggio troveranno una seconda vita, ossia il 74,9% dell’immesso al consumo. Per il nostro Paese si tratta di un “grande valore competitivo”. Antonio D’Amato, Presidente di Seda International Packaging Group, leader a livello internazionale nella produzione di imballaggi alimentari, spiega ai nostri microfoni il perché. “Questo è un asset che abbiamo costruito con miliardi di investimenti e che rappresenta in Italia milioni di posti di lavoro e in Europa decine di milioni di posti di lavoro. Ed è soprattutto il modo con il quale si coniugano la capacità di crescita economica e di protezione dell’ambiente”.

L’imprenditore campano ed ex presidente di Confindustria (dal 2000 al 2004) ha idee molto precise sull’argomento: la sfida della sostenibilità – dice, in sintesi – si vince solo mettendo assieme sviluppo e attenzione all’ambiente. “La crescita economica è indispensabile, perché solo così si dà davvero spazio alla tenuta sociale del nostro Continente. La decrescita felice è molto infelice. Non c’è decrescita che possa dare soddisfazione e, soprattutto, che possa tenere unita nella pace una popolazione che oggi soffre sempre più”, ha spiegato D’Amato a Nicolaporro.it. E ancora: “Dobbiamo costruire un futuro forte e abbiamo un modello vincente che è quello dell’economia circolare, sul quale l’Italia è leader in Europa e l’Europa è leader nel mondo”.

Per rendere il Pianeta più sostenibile – ha aggiunto il presidente di Seda International Packaging Group – dobbiamo esportare “il know how, le tecnologie e il saper fare italiano, che ha dimostrato di essere il migliore del mondo in questo campo”. Sferzante il suo giudizio sull’Europa, che anche di recente ha promosso soluzioni politiche improntate alla sostenibilità, ma in realtà poco sostenibili da un punto di vista economico, sociale e industriale. “Il mondo ha bisogno di un’Europa completamente diversa da quella che abbiamo vissuto negli ultimi 10-15 anni. In questo lungo periodo siamo diventati autoreferenziali, arroganti e soprattutto in preda a un ideologismo estremista e assolutamente miope”, ha affermato D’Amato. 

Poi l’ulteriore appunto, anche in questo caso senza troppi giri di parole. “La decrescita felice non porta da nessuna parte; non è mortificando la stabilità sociale e la capacità di progredire dal punto di vista scientifico e tecnologico che noi contribuiamo a rendere migliore l’ambiente. Anzi, molti dei provvedimenti varati nel Green Deal hanno l’effetto di mortificare la tenuta sociale e competitiva dei nostri Paesi e soprattutto danneggiano l’ambiente”. Quindi – ha proseguito l’imprenditore – “dietro a un ideologismo assolutamente di facciata si nasconde un vero e proprio danno alla solidità e alla tenuta ecologica e ambientale del Pianeta, proprio perché tutto questo è fatto con l’ideologia e non sulla base di valutazioni scientifiche”, ha affermato D’Amato.

Secondo l’imprenditore, “stiamo negando le ragioni del successo, del progresso, della civiltà e soprattutto dell’Europa degli ultimi secoli”. E la soluzione per il Vecchio Continente è una sola: “Dobbiamo cambiare marcia velocemente”.

Marco Leardi, 26 luglio 2024

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