L’ultimo grottesco salvagente per Conte

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Sabato apro i giornali, Giuseppe Conte al Corriere della Sera: “Su alcune cose vedo continuità sull’operato del mio governo, su altre c’è una differenza…”. In effetti stavo dimenticando la profondità gramsciana nel cogliere il senso degli eventi umani e nello scorrere della storia, tipico dell’analisi politica Contiana.

Il Conte umiliato

Sempre sabato il Fatto Quotidiano mette in prima pagina per l’ennesima volta “Draghi come Conte”. Ora, io mi chiedo, a cosa serve rimarcare questa continuità da tutti percepita come falsa ed irreale? Perché umiliare ancora Conte provando a dargli una patente di credibilità grazie ad una supposta armonia con il Governo Draghi. Conte è stato tolto di mezzo da una spallata di Renzi e Draghi è subentrato escludendo ogni residuo del sistema di potere Contiano: Arcuri, Gualtieri, Casalino, comitati, ecc.

Ma nulla alimenta la libido del direttore del Fatto come questo parallelismo, che ha un evidente risvolto psicanalitico legato al transfert: “Processo di trasposizione inconsapevole per il quale l’individuo tende a spostare schemi di sentimenti, emozioni e pensieri da una relazione significante passata a una persona coinvolta in una relazione interpersonale attuale”, con l’unico problema che la relazione attuale con Draghi non viene consumata, alimentando il disagio e il travaglio del direttore del Fatto.

Giuseppi come Tancredi

Come Tancredi spiega, all’anziano Principe di Salina, il perché della sua intenzione di candidarsi al neo Parlamento italiano che voleva aprire come una scatoletta di tonno nella sua fase garibaldina rivoluzionaria, mentre si avvia, in redingote, verso un tranquillo trasformismo conservatore affinché “nulla cambi”. Così il Conte, ormai un poco Tancredi, tenta di sfuggire al Travaglio abbandonato che, ancorato al Governo del Cambiamento, lo vorrebbe pronto e solerte a rispondere alle sue telefonate ed ai suoi consigli, introducendo Quota 100 ed il reddito di cittadinanza o organizzando gli Stati Generali o, forse meglio, nominando Lucia Calvosa a Presidente di Eni.

Il delirio del king maker Travaglio si alimenta di uno strano fenomeno: nulla è più desiderabile ed appagante che condurre le decisioni di un Governo senza apparire. Nulla è più doloroso e triste di dover continuamente dimostrare al mondo come, una volta, si conducevano le decisioni di un Governo senza apparire. Il king maker adora l’invisibilità, ma aborre l’oblio.

Antonio De Filippi, 9 maggio 2021

 

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