È bastata una semplice foto a scatenare una valanga di veleno ed odio senza contenuto reale nei confronti di Debora Massari, “colpevole” di aver pubblicato una foto con Giorgia Meloni. “Esiste una dinamica che contraddistingue spesso le discussioni sulla rete che rende e mostra le persone molto più aggressive e maleducate rispetto a un confronto di persona. Sono certa che nessuno di chi ha scritto negativamente avrebbe detto le stesse cose vis a vis“, commenta Debora Massari, figlia di Iginio Massari. “Parliamo del presidente del Consiglio e quindi di una istituzione. Come io sono libera di pubblicare, gli haters sono liberi di odiare. Certo il gioco è impari: vorrei vedere quei leoni quanto sarebbero egualmente agguerriti nella savana dei confronti sulle idee e in un vero contraddittorio su contenuti e temi e non sui preconcetti”.
Le contraddizioni della sinistra
Non è possibile promuovere una tutela dei diritti delle donne e poi trattare il genere femminile senza rispetto pubblicamente. L’episodio è grottesco e non ha bisogno di ulteriori commenti, basta leggere di seguito il linguaggio becero di certi individui: “Male, sei pessima”, “anche tu fascista”, “se fossi in lei mi vergognerei di avere simili conoscenze”, “abbiamo capito di che schieramento sei, era necessaria questa foto?”.
La situazione non è da sottovalutare, qui siamo davanti alle offese gratuite nei confronti di due donne sui social network. Ignorare un certo tipo di atteggiamento nel tempo presente, significa garantirlo in futuro. Il punto più grave è quello dell’assenza del contenuto. I cittadini liberi criticano o esaltano le questioni all’interno di un dibattitto sempre nel rispetto reciproco. Siamo ormai non solo alla deriva culturale, ma alla perdita della buona educazione. Oggi la gente non pensa, liquida gli argomenti politici appiccicando “etichette”, generalmente di “fascista a chi fascista non è” come nel caso della foto di Debora Massari e Giorgia Meloni. Siamo alla “non comunicazione” di fatto. Non è accettabile trattare la politica con i “Vaffanculo” proposti in passato da Beppe Grillo, dove lo slogan e le frasi fatte prendono il sopravvento sui temi sociali da discutere. Con questo modo di fare la comunità potrà solo continuare ad abbrutirsi.
Cambio culturale necessario
L’unico o uno dei pochi tra i giornalisti italiani ad aver compreso la portata del problema sul piano sociale è Nicola Porro che in tal senso di recente ha acquisito la casa editrice “Liberilibri” con una finalità nobile, cioè quella di “far pensare”. Mai come oggi è presente la grande possibilità grazie anche ad internet di acquisire conoscenza al fine di tutelare libertà individuali e diritti fondamentali. La scelta di Porro stimola la curiosità di servirsi della propria intelligenza contro il conformismo dilagante. Un conformismo, come si puntualizza sul sito di LiberiLibri che ha i tratti di un totalitarismo bonario. Possiamo dire che “liberi pensatori” si nasce, ma soprattutto si diventa, dunque pieno sostegno alle attività benemerite in tal guisa ed un forte plauso al coraggio di Nicola per aver investito economicamente in un progetto di rigenerazione culturale della società.
Carlo Toto, 16 maggio 2023