Esteri

L’ultimo tentativo disperato di Macron

Il presidente francese invoca una federazione repubblicana contro l’accordo tra gollisti e Le Pen. Ma Emmanuel non è Chirac

Emmanuel Macron © Sir 13 e Ronny Sefria tramite Canva.com

Con meno di tre settimane alle porte delle elezioni legislative francesi, il panorama politico si infiamma, rivelando un clima di crescente tensione. Emmanuel Macron, al centro della scena politica, interpreta i risultati delle recenti elezioni europee come un segnale forte verso un necessario rinnovamento. Per questo ha sciolto l’Assemblea nazionale preparando il terreno per un nuovo appuntamento elettorale. Macron, figure chiave in questo scenario, si fa portavoce di un vibrante appello a formare un’ampia coalizione contro l’estrema destra.

Durante la conferenza stampa di oggi, il Presidente ha messo a fuoco le linee guida della sua battaglia politica, lanciando accuse precise contro le frange più radicali, in particolar modo per le loro posizioni antisemite, e criticando i repubblicani per il loro allontanamento dall’eredità di esponenti storici come De Gaulle. Macron ha evidenziato la distinzione tra chi privilegia gli interessi propri e chi tutela invece quelli della collettività, rimarcando l’importanza di un impegno collettivo nella difesa dei principi democratici. Nel mirino del presidente francese c’è lo storico accordo tra i gollisti e il Rassemblement National di Bardella e Le Pen, un patto che potrebbe portare per la prima volta la destra francese al governo (i sondaggi danno i due partiti al 40%) e che di fatto infrange il “cordone sanitario” eretto da Chirac che sin qui aveva retto. “È come aver girato le spalle in qualche ora all’eredità del generale De Gaulle, di Jacques Chirac e di Nicolas Sarkozy – ha detto Macron – La destra repubblicana, o almeno colui che ne ha la responsabilità, ha per la prima volta fatto un accordo con l’estrema destra e dico bene ‘estrema destra’ quando parlo del Rassemblement national”.

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Macron però non demorde. E pensa che le forze democratiche, liberali e progressiste, possano unirsi contro l’estrema destra. L’inquilino dell’Eliseo è convinto che solo un fronte comune possa efficacemente fronteggiare le sfide poste dagli “estremismi”. Pur riconoscendo errori e imperfezioni nelle sue precedenti azioni politiche, Macron esorta i vari attori politici e la cittadinanza stessa a convergere su una “terza via”. L’obiettivo è costruire una maggioranza di governo che superi la classica bipartizione destra-sinistra, capace di rispondere alle esigenze attuali con un “progetto condiviso, sincero, utile al Paese”.

Tra gli annunci più rilevanti di Macron c’è il forte impegno nella transizione energetica, con la pianificazione della costruzione di otto nuovi reattori nucleari EPR2, che si affiancano ai sei già previsti. Questa iniziativa punta a rafforzare il ruolo della Francia nel settore nucleare, elemento centrale della sua strategia energetica. Inoltre, il Presidente mira a pacificare le tensioni in Nuova Caledonia, proponendo la sospensione di un discusso progetto di legge costituzionale a favore di un dialogo più intenso con le comunità locali.

Un aspetto notevole della campagna elettorale è la scelta di Macron di non partecipare a un dibattito televisivo diretto con Marine Le Pen, leader del Rassemblement National. Questa strategia, apparentemente inaspettata, mira a evitare di accentuare la polarizzazione già esistente.

di Franco Lodige, 12 giugno 2024

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