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Ma le escort non vanno in quarantena?

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In un mondo che va a rotoli tutti continuano ad andare a puttane. Giuseppe Conte inasprisce le pene per chi fa jogging ma non per chi fa il mestiere più antico del mondo. Basta digitare su qualsiasi motore di ricerca le parole “escort” o “accompagnatrici” e ci sono decine e decine di siti in tutta Italia “aperti” per qualsiasi gusto o tendenza sessuale.

Senza voler censurare nessuno appare quanto meno un contro senso che l’amore mercenario ai tempi del web non sia stato preso in considerazione. Su Milano, ad esempio, ci sono annunci per tutti. Ho chiamato al telefono – per verificare – e in molte hanno risposto che “la maggior parte dei clienti crede che sia la fine del mondo e quindi è giusto sfogarsi per le ultime volte”.

Nella città “blindata” di Beppe Sala si potrebbe tranquillamente dire che la situazione è sfuggita di… mano. Quello che ci si chiede: già il meretricio è un reato ma in tempi di Coronavirus non andrebbero fatti più controlli? Non andrebbero inviate le forze dell’Ordine?

Siamo per un Paese liberale, ma questo “amore libero” non andrebbe ancor più sanzionato sia per le libere professioniste che per i clienti. Nessuna escort è più sulla strada, da anni, ma negli appartamenti – basti vedere il numero di annunci – si nasconde un nemico invisibile: perché i rapporti sessuali è difficile che si consumino ad un metro di distanza.

Gian Paolo Serino, 25 marzo 2020