Cultura, tv e spettacoli

Ma quale epurazione: che ridere le orfanelle di Fazio

Fabio Fazio Rai

Mah. Le orfanelle del cuore misericordioso di Fazio addolorato urlacchiano all’epurazione, editto bulgaro, delitto bulgaro, relitto bulgaro, vanno di repertorio, ieri Berlusconi oggi Meloni, gli epurati se la tirano un po’ alla Francesca Bertini aggrappata al tendaggio, fingendo che no, però in effetti sì, ma a dirla tutta la drammatica fuoruscita, quasi un calcolo, dell’allegra brigata rosa Fazio, Litti e il resto delle maestranze, ospiti fissi inclusi, non è che si sia proprio chiarita del tutto: a qualcuno sa più di calcolo, appunto, è ora di fare i bagagli, andiamo dove ci pagano di più, che qui l’aria s’è fatta viziata. Sai, i liguri, seppur di Savona. Mah.

E insomma, alla tragica news della banda che va, altro che Donbass, la pubblica opinione si è suddivisa come segue. Un buon 33% ha reagito come la popolana di Montalbano, “miii!, mi staiu cacannu sotto!”. Un altro 33% si è limitato a prenderne atto con fatalismo da Conte Mascetti: “M’importasega”. Un terzo 33% ha serenamente osservato: “Era ora, mi ero rotto i coglioni di mantenerli io quei milionari comunisti”. Il residuale 1% appartiene per l’appunto ai suddetti milionari o loro simpatizzanti, colonna pariolina e capalbiese delle brigate rosa, che grida al regime, all’epurazione, alla lesa democrazia, alla perdita di qualità, imperdibile Formigli, leggendario Giulietti, più qualche Ballestra di complemento, ma sì, la Lidia Ravera di San Benedetto che non ce l’ha fatta: questi arrivano a vette comiche rarefatte sostenendo il disfacimento della Rai per la perdita di una comicuzza militante e di un fratacchione che pratica il vittimismo passivo aggressivo, a suon di miliardi di lire prima, di milioni di euro poi, da 40 anni, da quando faceva il succedaneo di Beppe Grillo o conduceva il Festival di Sanremo vestito da Benetton 0 – 12.

La qualità! La qualità!, strepitano come in un racconto di Maupassant. La qualità siamo noi, avete capito, siamo noi, la democrazia siamo noi, lo stato siamo noi, l’informazione siamo noi, il rettopensiero siamo noi! Retto poi come uno lo vuole intendere. Il giornale unico de Sinistra in soccorso della televisione unica di Sinistra. E poi l’occhio di Burioni, la scena della carrozzina con dentro Saviano, i Moni Ovadia che cascano fucilati, il montaggio analogico, seguirà dibattito. L’operazione Che tempo che fa era pura propaganda di partito al punto che il suo sommo sacerdote, che passa per buonista efferato ma è efferato e basta, ha superato le colonne d’Ercole dell’ipocrisia raggiungendo il dato di fatto, sfacciato, impune: sì, sono qui in missione per conto del Piddì, e allora?

E allora questa faccenda costava, a spanne, una ventina di milioni l’anno (“E allora la pubblicità? Vogliamo dire quanto incassa di pubblicità?”): gran parte per la struttura che la metteva in piedi, il resto andava nel sostanzioso compenso per il conduttore e padrone, per non dimenticare Lucianina, resto mancia per gli ospiti che adesso fanno le prefiche, in modo un po’ indecente, rimpiangendo il gettone di presenza. Eddai, che vi porta in blocco dall’altra parte. Venti milioni più o meno per tenere su il partito della sinistra mercadora e di regime: questo sarebbe il servizio pubblico, e figurarsi quelli privati.

La Grande Narrazione meteorologica, meteoropatica, e magari meteorista di Che tempo che fa, le sue colpe le ha: è troppo facile limitarsi all’ovvio, la propaganda continua, la distorsione ad usum delphini: andiamo a vedere cosa ha comportato in termini concreti, reali. Per dirne una sola, quanto ha pesato questo salotto piddino in termini di sostegno al regime concentrazionario? Mai un dubbio, mai una cautela, solo lodi per i lockdown, per la sistematica violazione dei diritti individuali, della sfera personalissima, un battage forsennato, senza voci contrarie, alla vaccinazione perenne e sfrenata. Una continua opera di provocazione, più felpata, ma neanche tanto, dall’officiante, più rozza, a culo per aria, dalla pard Lucianina, verso l’opposizione poi fattasi potere: davvero c’è da stupirsi se ai Salvini, ai Gasparri scappa qualche evitabile, ma in fondo tenera, frecciata?

Ma questa del salottino è gente capace di giustificare, di esaltare le mascalzonate studentesche delle Meloni appese e bruciate in effigie, dai, su, non continuiamo a prenderci in giro. L’esaltazione imbecille delle teppistelle climatiche, il giustificazionismo sulla delinquenza polverizzata, a prato basso, del migrantismo clandestino, non una sola issue dell’agenda piddina ed europeista sfuggiva al dirty work in nome del woke della brigata rosa. Che adesso, e qui la faccenda si fa deliziosa, trasloca in casa Warner, ah questo capitalismo delle multinazionali, fin che non fa comodo, fin che non spalanca le braccia.

Il “Che tempo” si conduce armi e bagagli a Discovery e più specificamente a La9. Lo sbarco della brigata rosa su La9 ultrapiddina provocherà istintivi mal di pancia nel televisionismo filogrillino dei Travaglio, degli Scanzi con le loro percentuali da zero virgola. A meno che non si risolva in una pax politica, un supercalifragilisticoinciucio per via mediatica. In fondo, sono sempre gli stessi del maledetto “partito di Bibbiano”, del “Pd merda morti zombi”, poi evoluti in “Il Pd è diverso, oggi ci si può dialogare”, quindi tornati alle barricate da “Con questo Pd ogni confronto è inutile”: dipenderà da tante cose, da come Conte si rapporta con Schlein, da quanto dura Schlein, da quando dura Conte. Mai dire mai: capace che, un domani non troppo lontano, ci ritroviamo Fazio e Scanzi e Travaglio e Litti e Saviano e Burio in teleabbracciata.

Max Del Papa, 15 maggio 2023