Ci mancava l’ennesima tirata della sinistra sull’omofobia. Dopo il pericolo diritti, appositamente sventolato appena Giorgia Meloni arrivò a Palazzo Chigi, si è poi passati all’intramontabile pericolo fascista, che nella giornata di ieri ha ritrovato il solito trittico sventolato dai progressisti contro la destra: l’omofobia. Questa volta, la vittima è il ministro dello Sport, Andrea Abodi, dopo le sue parole a 24 Mattino su Radio 24, commentando il caso dell’ex calciatore della Sampdoria – da poche ore nuovo acquisto del Cagliari – Jacub Jankto, che pochi mesi fa aveva fatto coming out.
Il ministro Abodi su Jankto
“Per quanto mi riguarda è prima di tutto una persona e secondo è un atleta. Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali”, ha affermato il ministro, che poi conclude: “Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono”.
Insomma, del proprio orientamento sessuale ciascuno può fare ciò che vuole. Il problema è quando la bandiera arcobaleno diventi soprattutto una bandiera politica, cercando di contrappore i paladini di sinistra contro i cattivoni omofobi di destra, come avviene chiaro e luce nelle manifestazioni dei gay pride. Ed è lo stesso Abodi, dopo lo scatenamento delle polemiche, a specificare di essersi riferito a questo tipo di cortei.
Ipocrisia di sinistra
Ma ormai qualsiasi appiglio è utilizzato dall’opposizione per creare altre opposizioni, alimentando l’idea di una destra bigotta, retrograda e deplorevole. Una lettura che ovviamente non sta in piedi, soprattutto per chi scrive dalle colonne di questo sito, liberali sotto tutti i punti di vista. Personalmente, a favore a spada tratta dei matrimoni omosessuali, dell’eutanasia e dell’aborto.
Per approfondire:
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Eppure, è bastata la parola “ostentazione” a far sorgere il putiferio. Elly Schlein parla di omofobia; Pina Picerno si dice “inorridita” dalle parole del ministro; la capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga, parla addirittura di “oscurantismo degli anni ’50”. Insomma, è bufera intorno ad un altro membro dell’esecutivo – dopo l’affondo tentato a Delmastro, La Russa e Santanché – senza realmente (forse in maniera dolosa?) comprendere il concetto di Abodi: l’orientamento sessuale è un diritto personalissimo e libero. E per quanto tale non può essere riassunto all’interno di associazioni autoproclamatesi a difesa dei diritti, ma che esercitano pura attività politica. Ovviamente orientata a sinistra.
Si può essere liberali, omosessuali, a favore di tutti i temi etici, senza dover essere necessariamente incasellati all’interno del mondo Lgbt? La risposta, in un Paese normale, dovrebbe essere affermativa, ma l’egemonia culturale che tenta di imporre una certa sinistra pare non voglia permetterlo.
Matteo Milanesi, 11 luglio 2023