Finalmente possiamo riportare una buona notizia sugli effetti del cambiamento climatico: secondo il parere di Javier Blas, pubblicato su Bloomberg, e ripreso dal sito climaterealism.com , le colture principali dovrebbero continuare a stabilire dei nuovi record di produzione anche per i raccolti 2024/2025. Questa buona notizia non è inaspettata: riflette la tendenza a lungo termine per la maggior parte delle colture, grazie al periodo di modesto riscaldamento che viviamo e all’aumento della concentrazione di anidride carbonica atmosferica (CO2), il cibo della vita.
Infatti, secondo il parere dell’autore, rispetto a un decennio fa, il mondo raccoglierà nel 2024-25 circa il 10% in più di grano, circa il 15% in più di mais, quasi il 30% in più di soia e circa il 10% in più di riso. Fatta eccezione per il mais, tutte e tre le altre materie prime alimentari godranno di una produzione record. Ovviamente Blas si guarda bene dall’attribuire il merito dell’enorme aumento di produzione agricola all’aumento di anidride carbonica, adducendo tale aumento ad altri fattori (irrigazione ampliata, tecnologie migliori, trattori più efficienti); non è però chiaro come questi miglioramenti, innegabili, abbiano consentito, in così breve tempo, incrementi di produzione esponenziali (d’altro canto, anche lui deve campare).
Per chi avesse la curiosità di verificate l’attendibilità di queste previsioni, può consultare liberamente la banca dati della Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) (aggiornata al 2022), e con un po’ di pazienza può ricavare delle informazioni veramente interessanti. Ad esempio, non solo la produzione mondiale di cereali primari (in tonnellate) è cresciuta enormemente a partire dagli anni ’90, ma la forte crescita della produzione è avvenuta anche in Africa: dal 1960 al 2022 la crescita è stata esponenziale! Chi ha voglia di giocherellare con un foglio di calcolo, può facilmente estrarre i dati e verificare le previsioni, inserendo nella serie di dati una linea di tendenza (è sufficiente una linea di tendenza polinomiale di secondo grado o esponenziale per ottenere un ottimo coefficiente di correlazione).
Possiamo anche aggiungere che il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti prevede, per il prossimo raccolto, rendimenti record per due materie prime alimentari chiave: mais e soia.
Queste buone notizie confermano ulteriormente ciò che chi segue il realismo climatico ha a lungo sostenuto: il clima leggermente più caldo e i livelli più elevati di CO2 hanno un effetto positivo sulla vegetazione, portando a un inverdimento netto della terra e aumentando i raccolti e la produttività delle colture.
A confermare le previsioni, i dati più recenti della FAO mostrano che, a livello globale, la resa e la produzione di colture cerealicole (il segmento delle colture che costituisce la maggior parte dell’apporto calorico giornaliero per la popolazione mondiale, costituito essenzialmente da riso, grano, segale, avena, orzo, miglio e mais), sono aumentate enormemente nel recente periodo di lieve riscaldamento. Secondo i dati FAO, tra il 1990 e il 2022 (anno dell’ultimo aggiornamento FAO) i rendimenti dei cereali sono aumentati di quasi il 52%, con il record per il rendimento stabilito nel 2022, e la produzione di cereali è cresciuta di circa il 57%.
Come è stato discusso in più di 200 articoli, ciò che è vero per la produzione globale di cereali, è vero per la maggior parte delle colture, come frutta, legumi, tuberi e verdure, e nella maggior parte dei paesi del mondo. I rendimenti hanno stabilito ripetuti record durante il recente periodo di cambiamento climatico, per cui la sicurezza alimentare è aumentata e la fame e la malnutrizione sono diminuite.
Il riscaldamento modesto ha portato, infatti, a un leggero aumento delle precipitazioni e a un prolungamento della stagione favorevole alla crescita dei raccolti, con meno gelate di fine stagione che uccidono le colture. Inoltre, le colture stanno beneficiando di livelli più elevati di anidride carbonica nell’atmosfera, che è un fertilizzante vegetale, contribuendo a far crescere le piante più velocemente e a utilizzare l’acqua in modo più efficiente.
Migliaia di esperimenti sul campo e in serra nel mondo reale, riassunti in CO2 Science, documentano l’effetto benefico della CO2 sulla crescita delle piante e sulla produzione agricola. Anche la NASA lo ha riconosciuto, scrivendo: “Gli studi hanno dimostrato che concentrazioni più elevate di anidride carbonica atmosferica influenzano le colture in due modi importanti: aumentano i raccolti, aumentando il tasso di fotosintesi, che stimola la crescita, e riducono la quantità di acqua che le piante perdono attraverso la traspirazione, …” Tra l’altro, questo spiega perché le zone desertiche stanno diminuendo la loro estensione.
È confortante constatare che un importante media, come Bloomberg, pubblichi una buona notizia sulla produzione di colture, in mezzo al ritmo ossessivo delle false notizie sulla riduzione dei raccolti, causata dal cambiamento climatico (ovviamente di origine antropica), pubblicate dai media mainstream. È però auspicabile un maggiore coraggio degli autori nell’affermare il ruolo positivo dell’aumento della concentrazione di anidride carbonica e del lieve riscaldamento globale che, come dimostrano i dati, favoriscono l’inverdimento del pianeta e il conseguente aumento della produzione alimentare.
Carlo Mackay, 31 agosto 2024
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