Esteri

Macron contestato, la sua leadership vacilla

Il presidente francese coperto da fischi e dal grido “demission” durante le celebrazioni della festa nazionale

© ahmed akacha tramite Canva.com

Festa a metà per i francesi e cocenti schiaffi per monsieur Macron. Potrebbe essere così riassunto l’insolito 14 luglio per i transalpini e il loro presidente. In una Parigi letteralmente blindata a causa delle violente rivolte delle banlieu andate in scena nei giorni scorsi dopo la morte del giovane Nahel, si sono tenuti i consueti festeggiamenti in occasione della festa nazionale francese.

Celebrazioni però decisamente sotto tono per via di un clima a dir poco infuocato, con la rabbia sociale pronta a riesplodere da un momento all’altro, anche in un giorno che dovrebbe essere di unità nazionale. Ultimamente, però, nella vicina Francia di unità se n’è vista ben poca, eccetto in un caso: per contestare Emmanuel Macron. Da settimane, infatti, monsieur le president è bersaglio di feroci critiche che piovono trasversalmente da sinistra a destra. La riforma delle pensioni prima, le rivolte delle banlieu ora. Non si può certo dire che sia un periodo felice per il presidente della Repubblica francese, e quanto accaduto nel giorno delle gloriose celebrazioni per la fête nationale ne è l’ennesima prova. Non solo l’inquilino dell’Eliseo é stato costretto a rinunciare a tenere il consueto discorso alla nazione in diretta televisiva, ma è stato persino oggetto di pesantissime critiche da parte della folla.

Le note della marsigliese seguite al passaggio in rassegna delle truppe da parte del presidente della Repubblica, sono infatti state accompagnate da sonori fischi e coperte dal grido “Macron démission”. Non certo il modo migliore per celebrare il giorno della presa della Bastiglia.

Ma non è tutto. Perché se da un lato la temperatura oltralpe rimane incandescente per via delle tensioni sociali mai del tutto sopite, dall’altra iniziano a traballare anche i fragili equilibri su cui si regge il governo. Stando ai rumors diffusi dall’autorevole quotidiano transalpino Le Parisien, infatti, già nei prossimi giorni l’esecutivo potrebbe subire un consistente rimpasto, con diversi avvicendamenti che potrebbero registrarsi in vari dicasteri, con in testa il primo ministro, Élisabeth Borne, la cui poltrona, secondo i ben informati, starebbe per saltare dopo appena un anno dall’inizio del mandato.

Che dire, di questi tempi monsieur Macron non se la passa proprio bene. La sua leadership in patria non appare più così inscalfibile, ed anche in Europa la sua posizione di ‘guida politica’ inizia sempre più a vacillare. Con buona pace di chi ritiene che il “modello Macron” sia ancora quello da seguire. E invece no. La musica è cambiata. Piaccia o meno, per questa volta politicamente l’Italia non ha nulla da invidiare ai francesi. Anzi. I convinti macroniani à l’italienne se ne facciano una ragione.

Salvatore Di Bartolo, 16 luglio 2023

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