Rassegna Stampa del Cameo

Macron, il “robottino” che straparla e sentenzia

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Da qualche tempo mi chiedo: possibile che Jacques Attali, una delle menti più raffinate del milieu cosmopolita del globo (sarà lo stesso del Three Eyes?), l’uomo che ha trasformato un socialista bollito e chiacchierato (filo Vichy) in un mitico Presidente e che da sempre detta temi e tempi della politica francese, non intervenga su questo suo ultimo “robottino” che pare mal riuscito? Credo che non sia sufficiente cambiargli il software, questo è venuto proprio male, combina disastri continui, e parla, parla, sentenzia, spesso la fa fuori dal vaso. Un incontinente.

È ancora in garanzia o è da buttare? A meno che lei, caro Attali, lo usi per fare il lavoro sporco (politico sia chiaro) verso un paese che voi cosmopoliti ritenete perso perché la maggioranza degli italiani il 4 marzo ha detto: “Basta!” a quelli come voi. Pensi a quale punto di degrado intellettuale siamo giunti come cittadini orgogliosi di essere italiani: voler ragionare con la nostra testa, e chi vince le elezioni (senza leggi truffa) debba comandare. E gli sconfitti, finora interrottamente al potere, se ne facciano una ragione e lavorino per tornare al potere fra cinque anni, se avranno la maggioranza. I voti si contano, non si pesano, ne conviene?

È vero che da Mario Monti in giù abbiamo avuto premier gentili e disponibili, appena arrivavano a Bruxelles si genuflettevano, mai osavano dire “no”, neppure “ni”, (mi correggo, una volta Monti lo fece e rimanemmo tutti basiti per il suo coraggio) qualunque sconcezza (politica sia chiaro) subissero o dovessero trangugiare.

Il tutto per non apparire populisti. Parola che è stata messa in contrapposizione ai cosmopoliti al potere da sempre. Apro una parentesi personale per cercare di chiarirmi le idee (mi aiuti lei, se crede), tutte queste denominazioni colte mi confondono e spesso mi chiedo: cosa sarò mai io? Sono da sempre un liberale nature, per storia, status, censo, dovrei essere un cosmopolita fatto e finito.

Però dal momento in cui si è palesato il “cosmopolita” Emmanuel Macron ed ha attaccato, con violenza inaudita e infinita volgarità, il Governo Conte, eletto dal Parlamento, definendolo un covo di lebbrosi, essendo come cittadino tra quelli che l’hanno votato, in automatico divento un populista lebbroso pure io? Mi pare ovvio. Caro Attali questo non lo consento al suo “robottino” fuori fase. Allora mi associo nell’augurio che da ora in avanti tutti gli italiani, sia populisti lebbrosi che cosmopoliti sani, considerino Emmanuel Macron politicamente parlando, sia chiaro, una canaglia

Per dire lo stato a cui siamo giunti riporto una frase tipo dei macroniani nostrani “L’Italia è sola, il cordone sanitario che in Europa si sta stringendo contro l’infezione italiana, potrebbe scattare in anticipo”. Tradotto nella lingua italiana (quella dei populisti of course) significa che alcuni di noi non si ritrovano nella proposta di Giuseppe Conte, caratterizzata da “Sei premesse, dieci obiettivi”. Il punto chiave della proposta è che chi mette piede in uno qualsiasi dei 28 Paesi mette piede in Europa, altrimenti che EU sarebbe? Mi pare un’ovvietà.

Secondo Macron invece dovremmo trasformare un luogo, la Sicilia, che è stata ed è una culla della civiltà greca-giudaico-cristiana (e pure araba) in un gigantesco campo di concentramento, per africani e asiatici ridotti allo stato di prigionieri, dal quale il ceo capitalism, e la sua variante criminale (le Mafie), possano pescare mano d’opera a costo marginale per ingrassare i Signori di Silicon Valley (e i loro maggiordomi europei) o i 2.800 gerarchi di Xi Jinping. Il solo pensarlo mi pare una follia cosmopolita allo stato puro.

Monsieur Attali, da scrittore a scrittore, mi permetta il tu: “Jacques, il tuo “robottino” penserà mica che noi italiani siamo 60 milioni, oltre che di lebbrosi, pure di fessi?”

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