La filiera agroalimentare italiana è un universo composto da innumerevoli realtà, che offrono al nostro Paese un contributo incommensurabile in termini di lavoro, economia, sviluppo e orgoglio nazionale. Volendo fare una stima, la filiera agroalimentare vale oltre 620 miliardi di euro e 4 milioni di dipendenti, se consideriamo la totalità dei processi, dalla produzione agricola alla trasformazione fino alla distribuzione del prodotto. Ma soprattutto vale 64 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari, record raggiunto nel 2023, e un impatto immenso a livello di prestigio internazionale, capace di mettere in modo un indotto che comprende tutti i settori della nostra economia.
NON SOLO AGROALIMENTARE: TUTTI I SETTORI DELLA FILIERA
La filiera agricola, però, non è solo agroalimentare. Riguarda anche la filiera orticola e frutticola, quella zootecnica, quella tabacchicola e quella delle colture industriali. Tutti settori influenzati non solo dalle normative nazionali, ma anche da quelle comunitarie.
Ecco perché le imminenti elezioni europee rappresentano un importante snodo per questo arcipelago di eccellenze italiane. Il prossimo parlamento Ue, infatti, si troverà ad esaminare alcune direttive sui temi dell’agricoltura che influenzeranno il settore e il destino di decine di migliaia di imprese.
Nonostante questo impatto concreto sulla vita dei cittadini, le elezioni europee spesso non suscitano grande entusiasmo tra gli italiani, i quali percepiscono le istituzioni comunitarie come distanti dalla loro vita quotidiana. Così crescono l’astensione e il malcontento.
I POLITICI E L’AGRICOLTURA MADE IN ITALY
Questo quadro complesso ci ha portato a chiedere ad alcuni rappresentanti delle istituzioni e del mondo produttivo quali sono le sfide europee per l’agricoltura Made in Italy. Ne abbiamo parlato con Antonio Tajani (FI), Francesco Lollobrigida (Fdi), Carlo Calenda (Azione), Stefano Bonaccini (Pd), Vittoria Baldino (M5S) e Susanna Ceccardi (Lega). E anche con Luigi Scordamiglia (Ad di Filiera Italia) e Alberto Mantovanelli (Presidente di Opit). Tutti con una propria ricetta ma un unico obiettivo: sostenere e valorizzare il made in Italy affinché continui a competere e quando possibile primeggiare sui mercati internazionali.