Scrivere questo Cameo da un lato è stato stimolante, dall’altro imbarazzante. È anni che scrivo “Tutti i nodi stanno per arrivare al pettine”, mai credevo che saremmo giunti a questo appuntamento così presto. Immaginavo che il maggio 2019 (elezioni europee) sarebbe stato il momento topico per prendere atto del fallimento di un modello politico-economico-culturale e ripartire con nuove leadership, giovani e naif con qualche innesto di vecchi saggi.
Noi italiani stavamo diventando un laboratorio politico del quale abbiamo preso atto nelle settimane seguite alle elezioni: le due forze vincitrici nelle urne avevano trovato un accordo. Anziché compiacersi di questo fatto, e lasciarli tentare a fare un governo, che probabilmente avrebbe fatto emergere tutte le loro contraddizioni, si è preferito ucciderli nella culla, dando loro una dignità che non avevano. Soprattutto una prospettiva politica che presto li sdoganerà alla grande a livello internazionale.
Le élite nostrane, supportate da quelle di Bruxelles, Francoforte, Berlino, Parigi, hanno fatto di tutto per trasformare il mitico “Mercato” in un loro strumento politico, invocando attraverso i loro media che lo spread si impennasse: ci sono riusciti seppur in modo modesto (se fai quattro conti sono spiccioli).
Blaterano di mercato, di “ricchezza bruciata”, senza sapere di ciò che parlano: il mercato non brucia e non crea ricchezza, si limita a fare il suo mestiere. Alcuni Commissari europei sono intervenuti con tutto il peso dei loro incarichi, con la volgarità che li contraddistingue, con il carico da 90 del solito squallido ricatto: “Anche il governo greco alla fine si è attenuto ai diritti e ai doveri dell’eurozona”.
La stampa internazionale della cosiddetta “società aperta” (nella doppia versione, con e senza grembiulino) si è esercitata alfine con una serie di insulti agli italiani come popolo. Siamo tornati ai sorrisetti di Nicolas Sarkozy e di Angela Merkel. Che tristezza. Comportamenti sciagurati di élite sciagurate. Cosa aveva fatto questo vecchio professore costretto a giustificarsi con un: “Voglio un’Europa diversa, più forte, ma più equa”? Aveva fotografato una situazione nota a tutti salvo a un pugno di euroburocrati pieni di boria e a una pletora di colti di risulta.
E così ci siamo “bruciati” un Presidente esemplare come Sergio Mattarella e adesso corriamo il rischio di bruciare un uomo straordinario come Carlo Cottarelli. Lo dico con cognizione di causa, lo conosco bene, ne sono amico, lo stimo moltissimo come tecnico, ancora di più come uomo. Mi metto nei panni delle élite nazionali ed europee e constato che siamo in un drammatico cul de sac .
Sono ovviamente contrario all’impeachment del Presidente, che, non diciamo fesserie, è stato nei limiti della Costituzione: a un “diktat” ha risposto con un “veto”. Ha fatto bene il Presidente, hanno fatto bene Di Maio e Salvini a pretendere il loro uomo simbolo. E ora la parola a noi elettori, gli unici che hanno diritto all’ultima parola.
Quelli del “diktat” voteranno contro il Governo Cottarelli e il Presidente dovrà indire le elezioni a settembre: un suicidio per il Pd di Renzi e per Forza Italia di Berlusconi. La profezia fuori onda di Massimo D’Alema (80% per M5S e per il centrodestra, Berlusconi free) si avvererà?
Si sono resi conto che M5S e il nuovo centrodestra (Berlusconi free) alleati per sfruttare la legge elettorale vigente potrebbero prendere il 100% dei seggi dei collegi? In ogni caso, sarà un referendum. Garantiranno ai loro parlamentari la rielezione sicura, questa vicenda ha compattato le varie correnti interne del M5S, i deputati peones di Fi e del Pd fremeranno per rientrare in qualche modo, entreranno anche loro trionfanti nell’olimpo delle élite.
Il “Mercato” che, a differenza di quello che le nostre attuali élite pensano, ha vista lunga e ama comunque tranquillità e continuità, li premierà. Il Presidente rimarrà al Quirinale fino a scadenza del suo mandato, dell’impeachment più nessuno ne parlerà, ma quando gli ripresenteranno il Governo Conte tal quale, non potrà che firmare.
La strategia dell’eliminazione dell’ascensore sociale, dell’impoverimento della classe media, del sedare la classe povera sarà quella giusta? Non ci credo ma “tiremm innanz”.
Riccardo Ruggeri, 29 maggio 2018