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Malattia Murgia, ossessione Meloni: Lucarelli è alla frutta

Il messaggio di augurio di Giorgia Meloni a Michela Murgia è letto dalla Lucarelli con la lente della malafede: una “schifezza”

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Michela Murgia ha un tumore incurabile al quarto stadio al rene. È di ieri la notizia choc della malattia della scrittrice, lanciata durante un’intervista al Corriere della Sera, raccontando anche di avere pochi mesi di vita. Uno degli ultimi “sogni” della giornalista sarebbe quello di non vedere più Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio, perché il suo è “un governo fascista”.

Parole che nel merito, sul sito nicolaporro.it, abbiamo più volte contestato, così come le battaglie di murgiana memoria a favore del femminismo estremo, degli asterischi, della schwa. Eppure, è sempre doveroso tenere separato il campo politico-mediatico dalla sfera umana e personale, cosa che – purtroppo – non appartiene a tutti gli esponenti del mondo della comunicazione.

Pronta è stata la risposta della premier Meloni, che ha pubblicato una foto raffigurante Michela Murgia con la scritta: “Forza Michela!”. E sotto, in descrizione, il seguente pensiero: “Apprendo da una sua lunga intervista che la scrittrice Michela Murgia è affetta da un bruttissimo male. Non l’ho mai conosciuta e non ho mai condiviso le sue idee, ma voglio mandarle un abbraccio e dirle che tifiamo per lei. E io spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio, come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo. Forza Michela!”.

Un caro messaggio di augurio e di vicinanza umana, nonostante gli ideali e la battaglia politica di Murgia e Meloni siano lontane anni luce. Eppure, c’è chi ha pensato di strumentalizzare il messaggio del Presidente del Consiglio. Non poteva che essere la giornalista Selvaggia Lucarelli: “Si è fatta fare la cartolina con la sua faccia, l’ha piazzata sui social e le ha dedicato il messaggino passivo aggressivo dicendole che lei governerà a lungo, “spero che tu possa vedere il giorno in cui non sarò più premier”. Fare più schifo di così era difficile“.

Per approfondire:

Un attacco gratuito, che interpreta il messaggio di Giorgia Meloni con la lente di ingrandimento della malafede, come se fosse “passivo” e “aggressivo”. Una letterale mistificazione della realtà, che sembra non tenere in considerazione il vero significato della frase: “Spero che tu possa vedere il giorno in cui non sarò più premier”. Tutti lo hanno ben interpretato, ma Selvaggia no: è evidente che la leader di FdI alludesse all’idea di voler governare a lungo, e quindi che Murgia possa vedere il giorno in cui non sarà più alla Presidenza del Consiglio. Un chiaro auspicio di lunga vita per la giornalista, ma che per Lucarelli sarebbe una “schifezza”.

Insomma, rimane sempre il velato tentativo di interpretare un messaggio di umanità come fosse una critica politica, con l’incapacità di scindere il campo lavorativo da quello affettivo. Così come avvenne dopo il tragico naufragio di Cutro, in cui il governo Meloni sarebbe colpevole di una politica di “disumanizzazione dei migranti”. Scindendo dalle bandiere politiche, è però evidente il continuo tentativo di estremizzazione, squalifica, esclusione dell’avversario. Neanche il campo umano si salva da questo processo. E ogni atto, messaggio o annuncio è lo strumento per riproporre una critica a priori.

Matteo Milanesi, 7 maggio 2023