In tal senso il vaccino, presentato come l’elisir di lunga vita, ha costituito l’anello terminale e salvifico di una successione di eventi – contagio, malattia grave, ricovero in terapia intensiva e probabile decesso – esposti dal potere e dal giornale unico del virus come evitabili solo col vaccino medesimo, tanto da far dire pubblicamente al premier Draghi che “chi non si vaccina muore.”
Tuttavia, con l’arrivo della pillolina antivirale della Pfizer, il rischio di veder crollare un castello di carte fondato sulla paura è divenuto concreto, offrendo agli immunodepressi un farmaco assolutamente alternativo ai vaccini e ai milioni di paranoici di ritorno un formidabile placebo contro la micidiale paura indotta dalla comunicazione del terrore. Stando così le cose, forse c’è dell’altro, oltre la nostra classica elefantocrazia, sotto il mistero dell’antivirale scomparso. Nutriamo la Speranza che un giorno esso venga svelato.
Claudio Romiti, 4 maggio 2022