3. La terza questione riguarda le cosiddette soglie. Si sostiene che il governo Renzi abbia talmente alzato le soglie di punibilità per evasione fiscale, che sia opportuno riportarle ai limiti precedenti. Oggi sono pari a 150 mila euro di imposta evasa. Ma anche qui c’è un grande equivoco. La mossa di Renzi era sacrosanta. Infatti non esiste alcuna soglia per la frode fiscale. Spieghiamoci meglio: produrre una fattura falsa anche di un euro rappresenta un reato. Al contrario esiste la soglia di 150 mila euro per la dichiarazione infedele. E il motivo è semplice: è corretto pensare che superata una certa, alta soglia, ci possa essere del dolo. Ma sotto quella soglia, pensate alle tante piccole imprese e partita Iva, esiste anche la diversa valutazione, l’errore fatto in buona fede, l’interpretazione spinta.
Insomma per farla breve: in Italia non ci sono soglie sotto le quali non si è perseguiti per la frode fiscale, nonostante nessuno lo dica; c’è una soglia solo per una situazione molto residuale. E che con la fatturazione elettronica, che non fa sfuggire più incassi e pagamenti tutti tracciati, è sempre più difficile nascondersi al fisco senza truccare le carte e dunque rientrare nella fattispecie della frode.
Le manette agli evasori, in sintesi, sono una metanfetamina che spacciano i politici più deboli. Che si illudono di un mondo perfetto, se liberato dalla piaga dell’evasione. Niente di più falso. E nulla di peggio che pensare di rendere la vita più complicata e rischiosa per tutti, nel tentativo di colpire pochi.
Nicola Porro, Il Giornale 12 ottobre 2019