Commenti all'articolo Manovra, perché dico sì alla nuova 18app
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7 Commenti
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pino
26 Dicembre 2022, 10:36 10:36
Ecco un altra politicante che si brucerà per seguire la narrazione unica e farlocca del WEF . Peccato aveva un bel sorriso ed era in gamba .
Ser_Torio
26 Dicembre 2022, 1:43 1:43
Andava lasciato solo il merito come Borsa di Studio.BASTA bonus compreso quello docenti.Inte i ragazzi devono studiare e lavorare, stia sicuro che già li coinvolgiamo, ma vanno liberati dal guinzaglio quotidiano dello smartofono.
Dany
26 Dicembre 2022, 1:17 1:17
AVANTI CON I BONUS COME IL PD! Meno male che dovevano cambiare strada!!!
Maurizio
26 Dicembre 2022, 0:44 0:44
Per me sono tutti soldi buttati, servono a mettere una pezza a tante cose che non funzionano, a partire dall’edilizia scolastica e la mafia dei libri di testo.
Non è regalando mancette che si risolve il problema di un accesso all’istruzione veramente per tutti, probabilmente per come siamo oggi si può considerare irrisolvibile.
Almeno da quello che sento da amici che hanno figli, io non ne ho ed il problema non mi riguarda più di tanto.
Giuseppe to
25 Dicembre 2022, 20:36 20:36
Non sono favorevole ai bonus per principio, per un discorso economico più ampio; il merito invece è un concetto che sposo. Per esempio, considerato che per accedere alle facoltà a numero chiuso è necessario sostenere un test d’ammissione, sarebbe da studiare un sistema premiante per coloro che si diplomano con il massimo dei voti, prevedendo il libero accesso. Una cosa simile esisteva/esiste nell’accademia militare di Modena, i primi del corso, dopo un periodo di studi, (2 anni ..) potevano scegliere in quale Corpo o Arma accedere.
Rizzi
25 Dicembre 2022, 20:27 20:27
Mi spiace ma sull’ultima idea non sono d’accordo. In pratica, già le nostre città sono piene di scolaresche che sciamano da una parte all’altra per “visite culturali” o come le chiamano, ossia i ragazzi passano un quarto d’ora sbuffando alla mostra di turno e il resto della mattinata a ciondolare di qua e di là, intasare mezzi pubblici, urlare, darsi spintoni, il tutto senza mai scollarsi dal cellulare (che a questo punto serve a ben poco vietare “in classe”, se in classe non ci stanno mai). Comodo anche per gli insegnanti che con questo sistema a loro volta lavorano pochino. Preferirei una scuola in cui si stesse in aula a fare lezione.
Ecco un altra politicante che si brucerà per seguire la narrazione unica e farlocca del WEF . Peccato aveva un bel sorriso ed era in gamba .
Andava lasciato solo il merito come Borsa di Studio.BASTA bonus compreso quello docenti.Inte i ragazzi devono studiare e lavorare, stia sicuro che già li coinvolgiamo, ma vanno liberati dal guinzaglio quotidiano dello smartofono.
AVANTI CON I BONUS COME IL PD! Meno male che dovevano cambiare strada!!!
Per me sono tutti soldi buttati, servono a mettere una pezza a tante cose che non funzionano, a partire dall’edilizia scolastica e la mafia dei libri di testo.
Non è regalando mancette che si risolve il problema di un accesso all’istruzione veramente per tutti, probabilmente per come siamo oggi si può considerare irrisolvibile.
Almeno da quello che sento da amici che hanno figli, io non ne ho ed il problema non mi riguarda più di tanto.
Non sono favorevole ai bonus per principio, per un discorso economico più ampio; il merito invece è un concetto che sposo. Per esempio, considerato che per accedere alle facoltà a numero chiuso è necessario sostenere un test d’ammissione, sarebbe da studiare un sistema premiante per coloro che si diplomano con il massimo dei voti, prevedendo il libero accesso. Una cosa simile esisteva/esiste nell’accademia militare di Modena, i primi del corso, dopo un periodo di studi, (2 anni ..) potevano scegliere in quale Corpo o Arma accedere.
Mi spiace ma sull’ultima idea non sono d’accordo. In pratica, già le nostre città sono piene di scolaresche che sciamano da una parte all’altra per “visite culturali” o come le chiamano, ossia i ragazzi passano un quarto d’ora sbuffando alla mostra di turno e il resto della mattinata a ciondolare di qua e di là, intasare mezzi pubblici, urlare, darsi spintoni, il tutto senza mai scollarsi dal cellulare (che a questo punto serve a ben poco vietare “in classe”, se in classe non ci stanno mai). Comodo anche per gli insegnanti che con questo sistema a loro volta lavorano pochino. Preferirei una scuola in cui si stesse in aula a fare lezione.