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La versione definitiva della legge di bilancio non si discosta molto da quella presentata dal governo qualche mese fa. Da un lato, dunque, deve confermarsi la preoccupazione per il drastico taglio delle detrazioni fiscali per interventi edilizi, aggravato e complicato dall’intreccio con il tetto reddituale a tutte le detrazioni. Taglio che inevitabilmente comporterà una significativa riduzione dei lavori, specie in condominio, e, di conseguenza, un esteso rischio di degrado del patrimonio immobiliare, considerate la situazione demografica dell’Italia e le diffuse difficoltà reddituali.
Dall’altro, deve ribadirsi l’apprezzamento per il previsto piano nazionale per l’edilizia residenziale pubblica e sociale, finalizzato al rilancio delle politiche abitative, per il quale è ora stato disposto un inizio di stanziamento. Così come va accolto positivamente il riavvio, pur contenuto, del finanziamento del fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Interventi ai quali andrebbero a nostro avviso affiancate misure di incentivazione della locazione privata, attuabili ad esempio incrementando la riduzione dell’Imu a carico dello Stato prevista in caso di utilizzo del “canone concordato”.
In prospettiva, non va dimenticata la necessità di dare presto attuazione a una disposizione, fortemente voluta da Confedilizia e contenuta nella legge delega per la riforma fiscale in vigore dall’agosto del 2023: quella che prevede l’estensione alle locazioni non abitative della cedolare secca sugli affitti, che avrebbe il pregio di rianimare un commercio di prossimità in crisi da anni.
Giorgio Spaziani Testa, 4 gennaio 2025
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