Articoli

Manovra, spunta una nuova manina

Articoli

Nell’ultima versione del decreto fiscale deve esserci entrata una nuova manina. Sono infatti ricomparse alcune agevolazioni per quattrini depositati o immobilizzati all’estero. Quando se ne accorgeranno si rifarà un altro consiglio dei Ministri? O si parlerà, come a mezza bocca hanno ammesso, di refuso?

L’articolo incriminato è sempre il nono. Ma bisogna leggere il comma 2, lettera a. Il primo comma ci dice quello che sappiamo, e cioè che si può fare una dichiarazione integrativa per imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive, ritenute, contributi e persino Iva: tutto nel limite di centomila euro l’anno. Il totale è dunque di mezzo milione per il quinquennio. Il secondo comma ci dice che la tassa su questo imponibile «dimenticato» è del 20%. E si specifica: «20% ai fini delle imposte sui redditi, dei contributi previdenziali, dell’imposta sul valore degli immobili all’estero, dell’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero e dell’Irap».

Avete capito?

Noi, sì. Il reddito del proprio conto all’Ubs di Lugano, se inferiore ai centomila euro annui, può essere pacificato al 20%. Così come l’Imu sulla casetta a Londra (si chiama Invie), che fino ad oggi non era mai stato pagato. Nel primo testo, quello licenziato dal consiglio dei Ministri, e che ha scatenato un putiferio, la previsione era contenuta sia nel primo comma sia nel secondo. Ora ci troviamo in una situazione imbarazzante. Il primo comma dice che si possono condonare le imposte sostitutive senza specificare quali, nel secondo si dettaglia mettendo anche quelle realizzate all’estero.

Difficile credere che alla fine possa passare questa clamorosa contraddizione legislativa. Che potrebbe aprire una lunga serie di interpretazioni. Ma viene da chiedersi: come scrivono le norme? E soprattutto su un tema che è stato così caldo come quello del condono fiscale, come è possibile commettere un nuovo «refuso», sempre che sia tale?

C’è infine un ulteriore dubbio e cioè l’aggiunta finale del primo comma: «In caso di dichiarazione di un imponibile minore di 100mila euro, l’integrazione degli imponibili è comunque ammessa sino a 30mila euro». Sembrerebbe un piccolo favore ai più piccoli tra gli evasori, con un plafond di emersione del nero concessa fino a 30mila euro. Sarà così? Vallo a sapere. Chiedere alla manina di Beppe Grillo.

Nicola Porro, Il Giornale 22 ottobre 2018