Quando si confonde l’arte con la provocazione.
Leggo che alla fiera contemporanea “The Others” a Torino, l’argentino Javier Scordato ha fatto parlare di sé grazie ad una sua “opera” in cui veniva rappresentata Giorgia Meloni con un tatuaggio fascista sulla spalla che, secondo l’artista, rivela le vere radici della premier.
Quello che mi rammarica è che ogni strana forma di provocazione venga chiamata arte. Io credo che l’arte sia fatta di molte, moltissime sfaccettature e che si possa esprimere in altrettanti modi. Dalla pittura alla scultura il talento può sfornare opere da lasciare senza fiato. Capolavori che difficilmente dimentichi. Ma ultimamente sembra che le provocazioni siano quelle che trovano maggiormente un consenso facile, una scorciatoia che salta ogni forma di critica e giudizio e che compare nella prima pagina dei giornali o addirittura nei titoli del telegiornale.
Vi ricordate la vignetta di Natangelo? Quella che raffigurava Arianna Meloni e parlava del Ministro Lollobrigida e della sostituzione etnica? Ecco, nonostante l’indecenza quella vignetta fini ovunque. È chiaro quindi che chi cerca la notorietà e la prima pagina pensa di più alla provocazione che alla satira intelligente, sagace e non offensiva. Vedasi appunto questa “opera” che rappresenta un tema tanto caro alla sinistra che sappiamo bene quanto sia in grado di urlare e divulgare quella che secondo loro è vera arte. Il cattivo gusto non dovrebbe mai avere il sopravvento sull’offesa.
Concludo con le parole di Picasso:” L’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di paesaggio, da una tela di ragno”. Probabilmente è per questo che il pittore, scultore e litografo spagnolo rimarrà tra i più influenti artisti del ventesimo secolo e che molto probabilmente chi ha esposto Giorgia Meloni con il tatuaggio fascista verrà presto… Scordato.
Beppe Fantin, 4 novembre 2023
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