Mario Draghi ieri ha salutato tutti. Se ne va. E bisogna ammetterlo: lo fa con una certa insopportabile classe.
Il re è morto, lunga vita al re: è frase con cui, nelle monarchie, si annuncia contemporaneamente un lutto e una festa, senza lasciare spazio a rimpianti o a intrighi. La traduzione in Italia è più banale: morto un papa se ne fa un altro. Ma il concetto non cambia. Nessuno è indispensabile. E un minuto dopo tutti accorrono alla corte del vincitore, soprattutto quegli intellettuali che hanno come punto cardinale il portafoglio.
Così sta accadendo anche per Mario Draghi: sembrava che senza di lui l’Italia dovesse morire…
Continua ascoltando il podcast di Alessandro Sallusti del 20 ottobre 2022