Mario Monti “odia” i proprietari di casa

L’ex premier continua a mettere nel mirino gli immobili: “Un’imposta sui patrimoni c’è in quasi tutti i Paesi”

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Nelle due-pagine-due di intervista celebrativa al senatore a vita Mario Monti, apparsa sul Corriere della Sera del 4 maggio, c’è anche una risposta in cui l’ex presidente della Bocconi si occupa di una delle sue passioni: tassare gli immobili. Lo fa, da un lato, dicendo che la patrimoniale da lui introdotta, l’Imu, è “grosso modo” ancora in vigore e, dall’altro, tornando a parlare di superbonus. Andiamo con ordine, riportando domande e risposte.

Domanda (più che altro assist): “Lei di patrimoniali è considerato un grande esperto”.

Risposta: “Un’imposta sui patrimoni c’è in quasi tutti i Paesi. A dispetto dei proclami, l’Imu che fu necessario introdurre nel 2011 è grosso modo ancora in vigore. Ma quando Enrico Letta ha proposto una modesta tassa di successione per aiutare gli studi dei giovani dei ceti popolari, il premier disse che era il momento di dare, non di prendere”.

Alla faccia del “grosso modo”! La patrimoniale sugli immobili introdotta dal governo Monti pesa ogni anno per 22 miliardi di euro, contro i 9 della precedente Ici. I danni che ha determinato e che continua a determinare – grazie a chi l’ha istituita, ma anche a chi non l’ha successivamente eliminata – sono enormi. Ma al professor Monti, evidentemente, la cosa non interessa.

Altrettanto perplessi lascia l’esaltazione di una delle proposte più ignorate, quando non ridicolizzate, degli ultimi trent’anni, quella di incrementare l’imposta di successione per garantire una “dote” (così la definì Letta nel 2021) ai diciottenni. Un regalo ad alcuni a spese di altri, così. Del resto, tassatori si nasce. Ma il senatore a vita si occupa di immobili anche in un altro passaggio dell’intervista-fiume del Corriere, quello in cui gli si chiede di fare un esempio di voto “comprato con i soldi dello Stato” (così si esprime).

Risposta: “Il Superbonus. Una patrimoniale al contrario: si tassano i contribuenti a favore dei proprietari di immobili. Oppure si aumenta il debito pubblico, quindi sulle spalle dei nostri figli e nipoti. E non è stato un errore soltanto del governo Conte”.

Visto che insiste sul concetto da giorni, qualcuno dovrebbe prendersi la briga di spiegare al professore: a) che la contrapposizione fra contribuenti e proprietari è ridicola, specie nel Paese in cui quasi l’80% dei cittadini è proprietario; b) che il superbonus era previsto anche per i non proprietari, come inquilini e comodatari. Ma, anche qui, il pregiudizio prevale sul buon senso.

Giorgio Spaziani Testa, 6 maggio 2024

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