Economia

Mario Monti offende i proprietari di casa

Mario Monti casa © AndreyPopov tramite Canva.com

Il senatore a vita Mario Monti – che dal 1994 al 2022 è stato presidente dell’università Bocconi e che nel 2011 ha avviato la sua attività di governo triplicando l’imposta patrimoniale sugli immobili – ha un’idea tutta sua dei proprietari di casa.

Il 24 aprile, intervenendo in aula nella discussione sul Documento di economia e finanza (Def), si è espresso in questi termini: “In un Paese nel quale, come è noto (giusto o sbagliato), è mortale pronunciare la parola ‘imposta patrimoniale’, tutti coloro che hanno votato per il Superbonus hanno votato (spero per loro senza saperlo) per un’imposta patrimoniale sulla casa però al rovescio, cioè con il contribuente che paga un trasferimento di ricchezza ai proprietari di casa, i quali mediamente hanno una situazione di reddito e di ricchezza migliore di quella del contribuente. Questo ha determinato una grossa redistribuzione perversa del reddito, proprio sotto ogni profilo che si possa immaginare. Leggevo ieri un articolo che spiegava come, oltre alle conseguenze sulla finanza pubblica e oltre alle conseguenze di questa imposta patrimoniale al rovescio, si è statisticamente appurato che i benefici maggiori del superbonus sono andati alle rendite e al Nord, proprio come uno si aspetterebbe da un provvedimento nato con questa lungimirante concezione di giustizia sociale”.

Alcuni concetti spiccano, nel discorso del professor Monti. Il primo riguarda una curiosa contrapposizione fra due categorie di soggetti che il senatore a vita considera, evidentemente, distinte e separate: da un lato, “i proprietari di casa”; dall’altro, “i contribuenti”. Considerato che circa il 77% degli italiani vive in un’abitazione di sua proprietà, tale dicotomia risulta – ad esser gentili – alquanto forzata. Specie quando l’ex premier la riempie di contenuti affermando – immaginiamo sulla base di sofisticati modelli econometrici – che i primi (“i proprietari di casa”) avrebbero “mediamente” una “situazione di reddito e di ricchezza migliore” di quella dei secondi (“i contribuenti”). Mah.

Ma non è tutto. Avventurandosi nel battutissimo terreno della critica (quasi sempre postuma) al Superbonus 110%, il senatore a vita sentenzia che “è statisticamente appurato che i benefici maggiori del superbonus sono andati alle rendite e al Nord”. Alle rendite, ha detto proprio così, come recita il resoconto stenografico della seduta. Utilizzando un linguaggio, privo di qualsiasi concretezza ma denso di ideologia, che resiste ormai solo nei discorsi del segretario della Cgil, ma che il professor Mario Monti attribuisce addirittura a risultanze statistiche. Doppio mah.

Giorgio Spaziani Testa, 24 aprile 2024

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