Cronaca

Mario Mori vittima di tortura

L’ex capo dei Ros dopo 22 anni di processi e assoluzioni torna nel mirino dei pm

© STILLFX tramite Canva.com

Siamo passati dall’accanimento alla tortura. Sì, quello che adesso sta vivendo il generale Mario Mori non trova altre definizioni: è tortura. L’ex capo dei Ros nei giorni scorsi ha ricevuto dai pm di Firenze l’ennesimo avviso di garanzia. Le accuse sono tremende: strage, associazione mafiosa, associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico. Lo ripetiamo per farlo arrivare bene all’orecchio dei pm di Firenze e dell’apparato manettaro in salsa Fatto quotidiano: siamo di fronte a una tortura di Stato.

Un signore di 85 anni che, dopo 22 anni di processi tutti finiti con il timbro della piena assoluzione, viene ritirato dentro il tritacarne mediatico-giudiziario con le solite indegne accuse, non sta che subendo un trattamento inumano da parte di uno dei poteri dello Stato: quello giudiziario.

Mario Mori doveva aver favorito Cosa nostra nel ritardo della perquisizione del covo di Totò Riina. Un paradosso per colui che invece contribuì alla cattura del capo dei capi: assolto. Poi doveva aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano. Altri anni di infamia: assolto. Poi il famigerato processo trattativa Stato-Mafia durato ben 12 anni con il generale finito alla sbarra con l’accusa di essere sceso a patti con la mafia per porre fine alla stagione delle stragi: assolto. Gli interisti direbbero “triplete”, ma non lo dite a Mori che oltre ad avere un bel po’ di pelo sullo stomaco, ha il sangue bianconero.

Adesso sarebbe colpevole di non aver fatto niente per scongiurare le stragi. Per i pm fiorentini Mori era a conoscenza degli attentati di stampo mafioso che si sono verificati a Firenze, Milano e Roma nel 1993 ma non avrebbe agito per impedirli. Peccato che questa nuova allucinante accusa cozzi con le motivazioni dell’assoluzione nel processo Trattativa dove l’azione del generale “ebbe come finalità precipua ed anzi esclusiva quella di scongiurare il rischio di nuove stragi” avendo “come obbiettivo quello di porre un argine all’escalation in atto della violenza mafiosa che rendeva più che concreto e attuale il pericolo di nuove stragi e attentati”.

Delle due l’una: Mori ha impedito le stragi mafiose o le ha agevolate? La risposta sta in quelle motivazioni. Tutto il resto è illogico, perverso, violento, senza senso. Tipico di chi si macchia del reato di tortura.

Marco Baronti, 21 maggio 2024

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