La maritocrazia dell’eurodeputata grillina

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L’avvocato Mimmo Migliorini è il marito di Valeria Ciarambino e l’assistente della eurodeputata del M5S Chiara Gemma. C’è qualcosa di male? No, per me proprio no. Ogni deputato è libero di scegliersi gli assistenti che ritiene giusti. La domanda però è un’altra. Questa: chi è Valeria Ciarambino? In Campania è la consigliera regionale del M5S che dà in ogni momento filo da torcere a Vincenzo De Luca. È la pasionaria dei grillini che da anni denuncia i vizi, i privilegi, le raccomandazioni di un sistema di potere che si è messo sotto i piedi anche il più pallido tentativo di meritocrazia. Ecco perché proprio i grillini e il “popolo del web” sono insorti quando hanno saputo della notizia (riportata con molti particolari dal Corriere del Mezzogiorno con un articolo di Angelo Agrippa) che il marito di Valeria Ciarambino è diventato assistente dell’eurodeputata del M5S: questa – hanno detto – non è meritocrazia bensì maritocrazia.

Valeria Ciarambino è amica di Luigi Di Maio. Entrambi provengono da Pomigliano d’Arco che, a leggere le cronache del tempo e a guardare la politica regionale, nazionale e internazionale, è il comune napoletano che oltre a donarci la bella prosa di Vittorio Imbriani è anche una fucina di statisti. Tre sono state da sempre le parole d’ordine del Movimento: Onestà, Vaffa, Casta. Con questi tre elementari concetti si è fatta una rivoluzione morale per rendere il mondo puro e darlo ai puri di cuore.

Gigi Di Maio è stato da sempre molto chiaro e ha sempre spiegato che con l’arrivo del M5S nulla sarebbe stato più come prima e non solo gli italiani dovevano dimenticare parole come “alleanza” o “compromesso”, che sarebbero state eliminate dal vocabolario – ogni buon grillino ha la fissazione della “eliminazione” -, ma dovevano anche dimenticare i privilegi, le raccomandazioni, le sistemazioni come espressioni deteriori di un mondo ormai destinato ad essere superato dalla nuova epoca che, caratterizzata solo dalla onestà e dai meriti, si sarebbe elevata sul passato come una sorta di nuovo regno spirituale, alla maniera della dialettica hegeliana o marxista o degli Elevati, secondo l’insegnamento biblico di Beppe Grillo.

In attesa del regno dei cieli, però, il mondo di quaggiù continua ad essere sempre quello un po’ brutto, sporco e cattivo e anche senza le lavatrici che almeno ogni tanto gli davano una sciacquata. A Napoli e dintorni si è conclusa la vicenda Whirlpool ed è finita proprio come la Whirlpool aveva annunciato il 31 maggio scorso: si va via da Napoli. Mentre l’allora ministro del Lavoro e dello Sviluppo era fortemente impegnato nell’abolizione della Povertà – povertade diceva san Francesco – l’industria di lavatrici annunciava che se ne lavava le mani, così Gigi Di Maio cercava di fare una lavata di faccia annunciando convocazioni e tavoli e tavolini che alla fine dei giochi si sono conclusi con l’aumento della Povertà. Ma cosa volete che sia, nel regno dei giusti e del trionfo dell’onestà non c’è da disperare perché come aveva annunciato il profeta Marx ad ognuno sarà dato secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i suoi bisogni.

E anche secondo i suoi parenti, coniugi, cugini e affini, come diceva Totò.

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