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La guerra in Ucraina

Mariupol, i dubbi di Capuozzo: “I civili nell’Azovstal sono scudi umani?” - Seconda parte

L’inviato di guerra all’Ue: si è infilata in un conflitto civile. Con gli Usa e la Russia che si combattono

Ma se dovessi assegnare un premio al miglior racconto letto in questa guerra, lo darei a Vittorio Rangeloni. Che – ricostruisco a memoria, e con parole mie – ha descritto l’incontro con un vecchio combattente secessionista, zio Vasya. Un uomo sulla sessantina, che allo scoppio della guerra civile nella sua Kostantinovka, si arruolò con i ribelli. La cittadina cadde in mano agli altri e lo zio Vasya seguì gli sconfitti, restando con loro da allora a oggi, quasi una mascotte invecchiata, e abbandonando la famiglia. Rangeloni, che lo aveva incontrato in passato, lo ritrova a Mariupol.

Zio Vasya gli propone di bere una vodka insieme. Rangeloni, che non ha preso le abitudini del posto, dice che è meglio di no, a quell’ora. “Peccato”, fa zio Vasya. Poi, i suoi commilitoni racconteranno a Rangeloni cosa era successo il giorno prima. Lo zio Vasya, schierato attorno alla Fort Alamo dell’Azovstal, aveva saputo che il suo figlio maschio era lì dentro, con la divisa dell’Azov.<

A proposito dell’Azov. Il 2 maggio, anniversario della morte, nel 2014, di 42 manifestanti, assediati nella casa dei sindacati di Odessa dai nazionalisti ucraini, e bruciati vivi. Per l’occasione dell’anniversario i difensori estremi della democrazia europea hanno messo in rete un poster, dove appaiono due belle molotov. Se le guerre civili sono l’orrore, quelle planetarie non sono meglio. Ma non è che quelle che ti ci ritrovi in mezzo quasi per caso, e non sai dove fanno a finire, non è che quelle siano belle e giuste.

Toni Capuozzo, 5 maggio 2022

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