Spesso ci si interroga sulle soluzioni tattiche degli allenatori, sui loro moduli di gioco preferiti e sulla capacità degli stessi di leggere lo sviluppo di una partita per poi analizzare se gli interventi apportati in corso d’opera si siano rivelati o meno efficaci. Non di rado però ci si accorge come tattica e strategia non siano di per sé sufficienti a spostare l’inerzia di certi match ed ecco allora che diventa fondamentale poter contare su calciatori in grado all’occorrenza di trascinare la propria squadra, prenderla per mano e condurla alla vittoria con giocate sopraffine.
L’ultima giornata di campionato non fa che confermare questa evidenza. La roboante vittoria esterna dell’Inter a Salerno con un rotondo 4-0 porta il nome (ed il cognome) di Lautaro Martinez. Il campione del mondo argentino dopo aver iniziato la partita in panchina, è entrato in campo nel secondo tempo con il risultato bloccato sullo 0-0 ed ha letteralmente spaccato il match realizzando 4 reti in meno di mezzora. Per chi se lo fosse perso consigliamo vivamente di andare a rivedere il primo gol, un tocco sotto di alta scuola a scavalcare Ochoa capitalizzando al meglio il passaggio filtrante di Marcos Thuram. Assistere ad un poker di gol firmato dallo stesso calciatore in un singolo match è già di per sé piuttosto raro, se poi questa impresa viene realizzata da un giocatore subentrato nella ripresa non possiamo che esaltarne la grandezza.
Certamente non lo scopriamo oggi ma Lautaro Martinez è a tutti gli effetti un simbolo di questa Inter ed anche il ruolo di capitano che Inzaghi gli ha affidato non fa che certificare la centralità e l’imprescindibilità dell’argentino nello scacchiere dell’allenatore. E che il Toro da parte sua abbia sposato con forza e convinzione la causa nerazzurra lo si capisce anche dalla fermezza con la quale ha respinto i corteggiamenti dei club sauditi, pronti a fare follie pur di farlo approdare nella Saudi Pro League. A proposito di calciatori in grado di spostare gli equilibri, sempre sulla base di quanto visto domenica, non possiamo non menzionare anche Rafa Leao; il portoghese si è reso protagonista in entrambi i gol con i quali il Milan ha regolato la Lazio a San Siro, regalando due assist al bacio prima a Pulisic e poi ad Okafor.
Probabilmente il numero 10 rossonero non ha ancora quella continuità all’interno della stessa partita che da lui ci si attenderebbe e talvolta tende ad uscire mentalmente dal match; tuttavia quando si accende, con la sua velocità e le sue sgroppate sulla sinistra è in grado di spaccare qualsiasi partita e difficilmente le retroguardie avversarie riescono a contenerlo e limitarlo. Va da sé che se Rafa riuscisse a fare un ulteriore step in termini di maturazione mantenendo alta la propria intensità e concentrazione per tutti i 90 minuti, con quel talento e quella tecnica che lo caratterizzano saremmo in presenza di un potenziale pallone d’oro.
Potendo contare su calciatori di questo calibro – realmente in grado di fare la differenza – non è assolutamente un caso che in vetta alla classifica a braccetto con 18 punti (frutto di 6 vittorie ed una sconfitta) vi siano proprio le 2 milanesi. Per quanto visto finora non sembra esserci una squadra in grado di “ammazzare” la Serie A ed è verosimile che si possa sviluppare un campionato più equilibrato rispetto a quello dello scorso anno; in un contesto di maggiore incertezza sarà fondamentale proprio l’apporto di quei calciatori che l’equilibrio sono in grado di spostarlo ed i numeri 10 di Inter (Lautaro Martinez) e Milan (Rafa Leao) rispondono in pieno a questo identikit.
Pur nella consapevolezza che in ogni gioco di squadra (in tal senso il calcio non fa eccezione) per vincere, o comunque raggiungere gli obiettivi prefissati, il concetto di gruppo è fondamentale, la forza dei singoli non va comunque sottostimata, soprattutto perché in alcuni momenti chiave può diventare un valore aggiunto determinante, in grado di lasciare un segno indelebile sull’evoluzione della stagione dei rispettivi club. E con dei singoli di smisurato talento e spessore come Lautaro Martinez e Rafa Leao non si può non sognare in grande.
Enrico Paci, 4 ottobre 2023