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Mascherina, scandalo Draghi: viola la sua (folle) legge

Il premier insiste col dispositivo sanitario per gli studenti nonostante sia il primo a non indossarla

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Proprio ieri, sul sito nicolaporro.it, abbiamo segnalato la visita di Mario Draghi ad una scuola media in Veneto. Nell’incontro, il premier non escludeva l’uso delle mascherine anche per il prossimo anno scolastico. Sebbene i numeri pandemici siano totalmente confortanti e sotto controllo, l’indirizzo sanitario dovrà essere quello di sempre: estrema prudenza e rigore per sconfiggere definitivamente il virus.

Peccato che questa disciplina pare valere solo per il personale scolastico e per gli alunni. Infatti, durante la visita, Draghi è stato l’unico a non aver mai indossato il dispositivo di protezione. E il web si è scatenato: circolano una pluralità di foto in cui il premier è immortalato senza mascherina, al contrario di tutti gli altri presenti. Si badi bene: chi scrive non vuole affermare come l’approccio dell’ex governatore Bce sia errato. Anzi, il fatto che la seconda istituzione più importante del Paese decida di non indossarla, di non mantenere la celeberrima distanza di un metro e di interloquire direttamente coi bambini, rappresenta un’onda di conforto, di sicurezza, ammettendo implicitamente come il nemico invisibile non ci sia più, sia scomparso.

Nonostante tutto, non si può non evidenziare il doppio standard: per tutti gli studenti, la mascherina rimane un totem; mentre il presidente del Consiglio può tranquillamente snobbare l’obbligo, peraltro da lui imposto e rinnovato più volte, senza che nessuno glielo faccia notare. Come sarebbero intervenuti i professori se l’imposizione non fosse stata rispettata da uno studente? Nelle migliori delle ipotesi, sarebbe stato richiamato; nelle peggiori, soggetto ad intervento disciplinare.

Insomma, le regole e le restrizioni valgono per i cittadini di Serie B, ma non per quelli di Serie A. Ed il vizio sembra solo ereditato. Vi ricordate, infatti, Giuseppe Conte, ben pettinato e sistemato, mentre spiegava in televisione le limitazioni pandemiche durante la prima ondata? L’Italia era bloccata, rinchiusa, limitata sia socialmente che economicamente. Eppure, nonostante il lockdown, pare che vi fosse un solo parrucchiere aperto in tutto il Paese: quello di Palazzo Chigi.

Chi fa le norme, le può anche snobbare, violare, non rispettare. E mentre la pandemia ci ha riservato poliziotti, trasformati in sceriffetti, muniti di poteri mai così ampi; il Covid-19 ha dimostrato anche il doppiopesismo di una classe dirigente, che mantiene obblighi e divieti, ma solo per gli altri, per il cittadino-medio, per i più deboli.

Le critiche sollevate al premier saranno bastate per fargli comprendere l’irrazionalità e la contraddittorietà di queste misure? Ulteriormente aggravate dal fatto che l’Italia sia rimasta la pecora nera europea, in mezzo ad un mondo che ha optato la soluzione “liberi tutti”. Nel frattempo, però, continua a vigere il principio “io so’ io, e voi…”. Lasciamola compilare al Marchese del Grillo.

Matteo Milanesi, 21 maggio 2022