Bandiera politica
Stesso ragionamento per chi viaggia, chi si reca a teatro, al cinema e in qualunque altro disgraziatissimo luogo in cui, secondo il Robesperrie sanitario di Articolo 1, il rischio di beccarsi un raffreddore non è tollerabile. In realtà, il mantenimento parziale di un obbligo insensato costituisce una evidente bandierina politica conficcata sulle nostre libertà civili. Una bandierina politica del tutto inutile sul piano sanitario, ma efficace -secondo chi la sostiene a spada tratta- per ricordare alle persone ancora terrorizzate dalla propaganda di regime che il medesimo regime sanitario è vivo e lotta insieme a loro contro il virus della paura.
D’altro canto, l’importante tornata elettorale delle amministrative di giugno si avvicina e, così come mi trovo a sostenere da tempo, gli artefici delle più rigide e insensate restrizioni d’Occidente non possono certamente perdere l’occasione di incassare un cospicuo dividendo elettorale, continuando a raccontare ad un Paese ancora intontito la sorte certa e progressiva delle loro geniali misure liberticide.
E così, mentre la compianta signora Thatcher, attaccava il partito della spesa pubblica, sostenendo che esso toglieva risorse a Paul per darle a Peter, confidando nella riconoscenza elettorale di quest’ultimo, oggi abbiamo quel grand’uomo di Speranza che, togliendoci la libertà, immagina di ottenere molta riconoscenza da parte di chi ancora oggi è convinto di non esser morto solo in virtù delle umilianti pezze in faccia imposte dal politico lucano.
Claudio Romiti, 1° maggio 2022