Scoppia il gran caldo e, volenti o nolenti, molti italiani cominciano alla spicciolata a liberarsi della mascherina, alias presunto dispositivo di protezione individuale. Ma essa resta ancora obbligatoria in alcuni significativi ambiti sociali, su tutti il mondo dell’istruzione in cui, a partire dai sei anni di età, Speranza & company impongono ancora la loro legge ferrea.
Tuttavia, anche a livello politico la demenziale misura sta creando proteste e malumori. Il primo a scendere in campo in favore dei nostri ragazzi è stato Giovanni Toti, governatore della Liguria, il quale ha bollato la linea del governo in un messaggio postato su Facebook: “Almeno in questo ultimo mese di lezioni con l’estate alle porte e le giornate sempre più calde, eliminiamo l’obbligo di mascherina. Costringere i nostri ragazzi a indossarla mentre sono seduti distanziati al banco e poi lasciarli giocare insieme senza mascherina fuori dalla scuola non ha nulla a che fare con la scienza”. Ed a sostegno della sua richiesta il leader di Coraggio Italia cita alcune recentissime prese di posizione in merito di Matteo Bassetti, primario delle Malattie infettive del San Martino di Genova: “Mascherina ancora obbligatoria a scuola: ha deciso la scienza? ‘No! Ha scelto la politica. Non ci sono evidenze scientifiche sul ruolo che le mascherine hanno avuto nel ridurre la trasmissione del contagio nelle classi.”
Ancor più esplicito il commento a riguardo di Matteo Salvini: “Più di 30 gradi in classe e obbligo di mascherina su bocca e naso per ore anche seduti al banco? Non ha senso, cambiamo questa regola inutilmente punitiva, lo meritano i bambini, lo chiedono genitori e insegnanti”. Parole pesanti, parole importanti, perché espresse dal leader di uno dei partiti di maggior nella composita coalizione di governo ma che non sembrano per nulla scalfire la sicumera del ministro della Salute, il quale intende tirare dritto sulla strada del delirio sanitario, visto che in Europa siamo i soli ad imporre le mascherine in classe, così come ha sottolineato lo stesso Bassetti.
Dice, infatti, Speranza, in risposta a Toti e Salvini, “queste sono valutazioni che deve fare la nostra comunità scientifica. Non sono mai state scelte politiche, sono scelte tecniche che – sottolinea – vanno valutate in quanto tali”.
Pertanto, secondo questo sinistro personaggio, che usa la scienza come una clava per tacitare ogni dissenso, se in precedenza per far digerire qualunque cosa alla comunità nazionale bastava pronunciare il fatidico “ce lo chiede l’Europa”, oggi è sufficiente affermare che “ce lo chiede la scienza” per mettere il bavaglio a 60 milioni di italiani, leader politici compresi.
A tale proposito sarebbe interessante conoscere il pensiero delle nostri più alti vertici istituzionali di garanzia, Capo dello Stato e Consulta, in merito all’azione di un ministro della Repubblica che, in barba ai limiti imposti dalla nostra Costituzione all’azione del potere politico, continua imperterrito ad imporre un trattamento sanitario di massa, ossia l’obbligo della mascherina, senza che vi sia a sostegno uno studio che ne dimostri l’assoluta utilità.
Tutto si basa sull’accettazione passiva di un dogma chiaramente metascientifico che con la scienza vera, quella che procede attraverso il principio popperiano di falsificabilità, non ha proprio da spartire.
Claudio Romiti, 18 maggio 2022