Cronaca

Mascherine, cade l’obbligo ai seggi. Ma il Tar condanna gli studenti

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Dopo la stupefacente sentenza del Tar del Lazio, la quale boccia il ricorso del Codacons nei riguardi delle mascherine obbligatorie durante gli esami di maturità e di terza media, che dire? Per questo disgraziato Paese, a volte, esiste un giudice a Berlino, ma non certamente nei confronti delle insensate misure che continuano a funestare la nostra già complicata esistenza. Misure prive di alcuna base scientifica, sempre più chiaramente orientate ad esercitare una sorta di controllo sociale, e che vedono nell’odioso obbligo delle mascherine per i nostri ragazzi il simbolo più evidente dell’insopportabile oppressione sanitaria.

Lo stesso Codacons, in una nota ufficiale, ha definito “gravissima ed errata” la decisione del Lazio, notoriamente di manica larga nei riguardi di chiunque sollevi anche solo un cavillo giuridico, ma non evidentemente in merito agli intoccabili provvedimenti anti-Covid del ministro Speranza. “Il risultato di questo errore commesso dal Tar – sottolinea il Codacons – sarà che gli studenti dovranno affrontare gli esami di maturità e di terza media indossando la mascherina, con tutti i disagi e i fastidi del caso, considerato il caldo di questi giorni e le temperature raggiunte nelle aule scolastiche. La condanna alle spese ci lascia poi basiti e per questo stiamo valutando un possibile appello – che sul piano amministrativo compete al Consiglio di Stato – contro la sentenza emessa oggi dal Tar».

Stupefacenti in tal senso le parole del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, intervistato da Skytg24: “Quando a settembre abbiamo deciso di aprire le scuole in presenza abbiamo fatto un patto: garantire la sicurezza di tutti. La mascherina è il simbolo di questo patto di vicinanza. Si metta l’accento sul fatto che stiamo dando gli esami in maniera regolare, non che abbiamo la mascherina”. In precedenza lo stesso Bianchi aveva dichiarato ad un giornalista del Tg2 che “la mascherina a scuola rappresenta un importante ed ineliminabile presidio di salute”, senza tuttavia, da bravo talebano sanitario, fornire uno straccio di studio scientifico a sostegno della sua dogmatica affermazione.

Sta di fatto che, notizia dell’ultima ora, mentre il ministro della Salute si cala le braghe sull’obbligo delle mascherine ai seggi (lo prevede una circolare del Viminale che fa seguito ad un accordo tra la ministra Lamorgese e Speranza, in cui è rimasta solo la raccomandazione ad usarle), gli studenti, per i quali è più facile essere colpiti da un meteorite che non da una forma grave del Covid-19, saranno costretti a circolare come mummie anche durante la delicata fase degli esami.

Tuttavia, in questo ennesimo pasticciaccio brutto delle restrizioni sanitarie, che sin dall’inizio hanno penalizzato in modo catastrofico proprio le fasce più giovani della popolazione, risulta ancor più grottesco il commento  espresso da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi italiani:  “Esprimo la mia soddisfazione per l’esito giudiziario e spero vivamente che la decisione del TAR Lazio chiuda definitivamente questa controversia. Come ho già avuto modo di dire, trovo che queste continue polemiche sull’utilizzo delle mascherine siano inutili e antieducative oltre che assolutamente inadeguate alla gravità dei tempi che stiamo vivendo.”

Quindi, secondo questo stupefacente esempio di ortodossia sanitaria elevata alla massima potenza, sarebbe invece altamente educativo imporre ai nostri disgraziatissimi ragazzi di trascorrere le lunghe ore di scuola con la mascherina, quando poi nel resto della giornata questi ultimi sono giustamente liberi di gettare al macero gli abominevoli strumenti di protezione individuale?

D’altro canto, solo in un mondo completamente alla rovescia si può ritenere ragionevole la schizofrenia di un sistema folle che permette ad uno studente-elettore dai diciotto anni in su di votare senza mascherina, costringendolo nel contempo ad indossarla non appena mette piede in istituto scolastico.

Se qualcuno riesce a trovare in tutto ciò un nesso logico, batta un colpo.

Claudio Romiti, 9 giugno 2022