Mascherina sì o mascherina no? Continuano le giravolte del governo. Dopo il rinvio a tempo indeterminato, optato dal ministro dell’Istruzione Bianchi, per l’eliminazione dell’obbligo di mascherina a scuola; la scontro nell’esecutivo comincia a estendersi anche ai trasporti pubblici.
Il 15 giugno, infatti, dovrebbe scattare il “liberi tutti”, ovvero la cessazione delle imposizioni dei sistemi di protezione individuale in gran parte dei luoghi chiusi – cinema, teatri, bus, ecc.
Nonostante tutto, l’ala più chiusurista per eccellenza, capeggiata dall’intramontabile Roberto Speranza, vorrebbe estendere la mascherina obbligatoria anche al periodo estivo. Secondo il ministro della Salute, l’Italia dovrebbe mantenerla su bus, aerei, navi e treni. Ed ecco che diventeremmo la pecora nera europea: mentre con qualsiasi altra compagnia aerea straniera, potremmo goderci il viaggio senza alcuna imposizione anti-Covid; solo in Italia, magicamente, rimarrà l’obbligo di mascherine ed il distanziamento.
Probabilmente, i dati scientifici, che il governo del nostro Paese ha a disposizione, sono diversi rispetto a quelli degli altri Stati mondiali. Eppure, rimane pur sempre un caso particolare quello italiano, sinonimo di prosecuzione dell’esercizio di strumenti emergenziali, in totale assenza di emergenza. Sinonimo di prosecuzione di una politica di catechismo sanitario, senza la presenza di rischi alla salute – le terapie intensive nazionali sono libere per il 98 per cento dei posti letto totali.
Le norme contraddittorie e irrazionali sono sotto gli occhi di tutti, escludendo dalle limitazioni le discoteche e non le scuole, per esempio. Ma il governo pare far finta di nulla, squassato solo da divergenti correnti politiche più o meno aperturiste. Nonostante tutto, sempre a partire dal 15 giugno, decadrà l’obbligo vaccinale degli over 50. La norma riguarda anche le categorie più discusse di questi mesi, insegnanti e, soprattutto, forze dell’ordine, dove il numero di non vaccinati rimaneva esponenzialmente più alto rispetto a quello di altre categorie lavorative.
In realtà, i soggetti in questione possono già esercitare le proprie funzioni, ma sotto il pagamento di una multa di 100 euro. Addirittura, gli insegnanti no vax non devono avere alcun contatto con gli studenti, come fossimo una società robotica, orwelliana, che identifica l’untore per antonomasia nella persona non vaccinata. L’intero assetto dovrebbe cadere a partire dalla settimana prossima, tranne per i lavoratori sanitari, per i quali rimarrà l’obbligo di mascherina e di vaccino, pena la sospensione dall’Ordine di appartenenza e dal lavoro.
Buona parte dell’esecutivo sembra aver deviato la propria strada. Se, esattamente un anno fa, vivevamo in un contesto pandemico ancora emergenziale, dominato dalle celeberrime viro-star; oggi, il discorso sembra cambiato: le eccessive prudenze di Roberto Speranza sono state confinate in un angolo. Anche dal premier Draghi stesso, che si presenta in visita in una scuola media senza mai indossare la mascherina, sollevando non poche polemiche e critiche.
L’Italia si appresta a ripartire, ad aprire, a tornare ad essere libera. Sono solo in pochi, Speranza in primis, a voler mantenere l’assetto nato durante questi mesi tragici per le nostre libertà individuali. Qualcuno vorrebbe tenerlo in una forma di ricordo nostalgico, malinconico, fatto di poteri e notorietà illimitata. Ma ogni cosa ha un inizio ed una fine. E pare che anche l’approccio allarmistico, con smanie da “Covid-Zero”, sia giunto al suo termine. Finalmente.
Matteo Milanesi, 7 giugno 2022