Cronaca

Massacrata perché “poco islamica”. Femministe mute per la bimba in coma

La madre di Samara, Hassiba Radjoul, ha denunciato atti di bullismo nei confronti di sua figlia: “La chiamavano kahba, in arabo putt****”

picchiata senza velo © Ton Photographer 4289, Aghavni Shahinyan e Kimberrywood tramite Canva.com

Un terribile episodio di violenza scuote il sud della Francia. Samara, una ragazzina di 13 anni, è stata picchiata brutalmente da tre coetanei ed è finita in coma a causa della sua scelta di non seguire le regole dell’Islam. Samara, che “non indossa il velo, si tinge i capelli, si trucca e si veste in stile europeo”, ha subito una violenza inaudita che ha lasciato l’intera comunità scioccata.

Il dramma si è consumato martedì 2 aprile, fuori dal suo istituto, il collegio Arthur Rimbaud di Montpellier. Tre giovani, di 14 e 15 anni, sono stati ritenuti responsabili dell’aggressione e fermati. La madre di Samara, Hassiba Radjoul, ha denunciato atti di bullismo nei confronti di sua figlia, portando alla luce una rete di insulti e violenza psicologica, testimonianza di un odio insensato nei confronti della diversità.

“Per tutto il giorno c’erano insulti, la chiamavano kahba, che in arabo significa puttana“, ha raccontato Hassiba Radjoul, riportando le parole rivolte alla figlia. Samara, che si trucca e si veste in stile europeo, è stata vittima di una violenza che non si ferma alla sola aggressione fisica, ma che cerca di sopprimere la sua identità.

Le parole della madre di Samara riportano la drammaticità del clima di intolleranza e discriminazione che la ragazza era costretta a subire quotidianamente. “Samara si trucca un po’. E questa ragazzina (che l’avrebbe aggredita, ndr) ha il velo. Per tutto il giorno la chiamava kouffar, che in arabo significa miscredente”, ha raccontato Hassiba.

Il dramma di Samara ha suscitato un’ampia eco e rilevanza a livello nazionale, nonché la reazione delle autorità francesi. Il presidente Emmanuel Macron ha sottolineato di non aver “mai mostrato alcuna debolezza” su questi temi, mentre Nicole Belloubet, ministro dell’Istruzione, ha promesso di non tirarsi indietro nell’individuare tutti i responsabili.

Tuttavia, secondo Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, le parole e le promesse non sono sufficienti. Bardella ha lanciato l’allarme, evidenziando come la scuola francese debba affrontare un’offensiva islamista e un’esplosione di violenza che deve essere fermata rapidamente. La tragedia di Samara, la ragazzina che “non indossa il velo, si tinge i capelli, si trucca e si veste in stile europeo”, è una ferita che non deve essere solo sanata, ma anche prevenuta in futuro. Anche in Italia.

La notizia sui quotidiani francesi circola infatti da ieri. E qualcuno ne ha parlato anche in Italia. Nessun gruppo femminista, però, sembra aver fino ad oggi cavalcato una tragedia per ricordare come i diritti delle donne non siano negati oggi da un fantomatico patriarcato quanto, piuttosto, da un islamismo che avanza e che applica le leggi della sharia lì dove l’Occidente aveva raggiunto enormi risultati di parità tra genere.

Sempre in Francia, giovedì si è consumata un’altra tragedia. Stavolta ancor più grave. Un ragazzino di 15 anni è stato massacrato di botte a 100 metri da scuola e ritrovato col cranio fracassato: portato in ospedale, è morto per le subite ricevute. Secondo le prime indagini, sarebbe stato “punito” perché perché “parlava con le ragazze”.

Franco Lodige, 6 aprile 2024

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