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Mattarella e il 25 aprile con l’auto tedesca

Il Presidente della Repubblica a bordo di un’Audi per le celebrazioni del 25 aprile

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Il presidente della Repubblica spero non si offenda per questa piccola nota nazionalista. Ieri si è presentato solitario all’Altare della Patria, a Roma, per la celebrazione del 25 aprile, che in buona sostanza è anche una liberazione dall’occupazione tedesca. Ma non è riuscito a liberarsi dall’auto tedesca. Davanti ai corazzieri con mascherina è stata parcheggiata in bella vista, una fiammante Audi blu. Noi siamo grandi produttori automobilistici. Ci rendiamo conto che scendere da una rossa Ferrari sarebbe stato poco sobrio, o utilizzare una Punto blu, forse sarebbe stato troppo modesto per una carica istituzionale così importante.

Ma perché non utilizzare quella Maserati, concorrente diretta dell’Audi, che proprio al capo dello Stato fu donata il due giugno dell’anno scorso? Peraltro dotata anche di blindatura. Vogliamo essere chiari. Il mondo dell’autarchia l’abbiamo, appunto, sconfitto il 25 aprile. E per di più le Audi, come praticamente tutte le auto tedesche, hanno una fortissima parte di componentistica fatta in Italia. Così come la proprietà della Maserati è diluita nei mercati finanziari di mezzo mondo. Insomma nulla contro le auto tedesche. E ci mancherebbe. Ma il giorno della Liberazione che cade proprio nel pieno di una crisi economica e industriale senza precedenti dovuta al virus cinese, ebbene proprio in questo giorno i simboli assumono un grande significato.

La presenza stessa del presidente della Repubblica all’Altare della Patria è un simbolo. È uno strano paese il nostro che si è affacciato ai balconi cantando l’inno nazionale ed esibendo il tricolore, nei giorni in cui iniziavano gli arresti domiciliari, e preferisce usare una bandiera tedesca (anche se meccanica) invece di quella italiana (e davvero bella) per celebrare la propria liberazione. Gli operai di Grugliasco, ora fermi, si sarebbero sentiti orgogliosi del loro lavoro, e con loro milioni di metalmeccanici italiani che lavorano anche per le grandi case automobilistiche tedesche, vedendo il loro Presidente scendere da un loro prodotto.

Non riteniamo che il Presidente si occupi personalmente di scegliere l’auto più adatta scegliendola tra quelli presenti nel fornito garage. Ma potrebbe segnalare ai suoi addetti, che difficilmente vedremo il presidente tedesco o quello francese sedersi a bordo di una Maserati.

Nicola Porro, Il Giornale 26 aprile 2020