È necessario prima recuperare l’evasione fiscale e poi abbassare le tasse o, al contrario, bisogna prima ridurre il carico fiscale e poi recuperare i soldi dell’evasione? Sarebbe una bella domanda se non fosse equivoca. Infatti, tra tasse e evasione esiste un termine medio che non è citato ma che è la chiave dell’acqua: lo Stato.
La domanda necessaria da porre è questa: qual è il fine dello Stato, ingrossare e ingrassare sé stesso o garantire la libertà dei cittadini? Se si risponde, come dovrebbe essere giusto rispondere, che il fine è la libertà, allora, è necessario prima abbassare le tasse e portarle ad un livello civile e costituzionale e dopo, soltanto dopo, recuperare l’evasione fiscale che rimane. Se, invece, si ritiene che il fine dello Stato sia garantire innanzitutto di tutto sé stesso, allora, prima viene il recupero dell’evasione fiscale e poi il taglio del carico fiscale. La differenza tra le due risposte è evidente: la prima è la via liberale, la seconda è la via socialista. La prima pone un limite al potere statale, la seconda ritiene che il potere statale sia illimitato. La prima conduce alla libertà, la seconda alla schiavitù.
Queste riflessioni, persino banali e scontate, mi son venute in mente quando ho ascoltato la risposta che il presidente della repubblica Mattarella ha dato a degli studenti che gli chiedevano perché in Italia è difficile combattere l’evasione fiscale. Il presidente ha ricondotto l’evasione all’“individualismo esasperato” di chi “sfrutta le tasse che pagano gli altri” e poi ha aggiunto che gli ultimi dati sull’evasione parlando di 119 miliardi di euro, “una somma enorme” che “se scomparisse” con il recupero ci darebbe la possibilità di “aumentare le pensioni, di aumentare gli stipendi, di abbassare le tasse per chi le paga”. Insomma, il presidente della repubblica, che per tutti è un riferimento e che ha svolto con saggezza il suo compito, alla domanda se va recuperata prima l’evasione e poi abbassate le tasse o, al contrario, prima abbassate le tasse e poi recuperata l’evasione risponde che è necessario prima recuperare l’evasione perché il recupero consente poi di abbassare le tasse. Il presidente Mattarella sceglie la via socialista. Peccato che il sillogismo “tutti i cittadini pagano le tasse, lo Stato incassa le tasse, lo Stato paga i cittadini” è falso.
Infatti, lo Stato più incassa, più ingrossa. Lo Stato, che di per sé non esiste ma è un insieme di enti, burocrazie, istituti, monopoli, è una macchina che più mangia e più ha fame. È una sorta di pozzo senza fondo che inghiotte risorse in modo illimitato. Il problema reale, dunque, non è quello di dargli soldi e risorse a più non posso ma l’altro di porgli un limite oltre il quale non può andare senza schiacciare i cittadini – che sono individui esasperati più che individualisti esasperati – che non reggono il peso enorme della macchina statale.
La via socialista racconta una favoletta. Dice: lo Stato, se è in mano ai socialisti, è buono e, dunque, non solo non ci sono pericoli ma chi non concorda con lui è cattivo. La via liberale non racconta favolette. Dice: lo Stato, che sia in mano ai socialisti o in mano ai liberali, non è buono ma più ragionevolmente utile e, dunque, il suo potere va necessariamente limitato altrimenti diventa inutile, dannoso e cattivo. Secondo voi, l’Italia in che situazione si trova?
Giancristiano Desiderio, 10 dicembre 2019