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Mattarella e l’invasione di campo di fine anno

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Certo che è curioso. Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica è stato accolto dal tripudio dei giornali e dagli applausi delle opposizioni. A molti è sembrato che Sergio Mattarella abbia tirato qualche scappellotto al governo e che si sia per questo rivelato il vero leader dell’opposizione. Se le cose stanno così, il presidente, al quale la Costituzione attribuisce il ruolo di arbitro, avrebbe fatto una piccola ma significativa invasione di campo. È un bene? È un male? Qui non conta. Conta che Sergio Mattarella, come quasi tutti i suoi predecessori, ha dato l’impressione di fare politica al di fuori del ruolo di garante che la Carta gli assegna.

Ma allora: amici del centrodestra, fino a ieri vi siete lamentati (giustamente) delle ingerenze inaccettabili di Giorgio Napolitano, perché oggi tacete? Cari amanti della Costituzione più bella del mondo, sacra e intoccabile, perché oggi tacete? Dove sono Roberto Benigni e Gustavo Zagrabelsky? Cari sostenitori del no al referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi e bocciato sonoramente, perché oggi tacete? D’Alema non ha più niente da dire.

Oggi era lecito aspettarsi l’intervento di un costituzionalista, di un esperto, di un semplice fedele della Carta che dicesse: caro Mattarella, continui a fare da garante del rispetto delle regole e non si allarghi troppo.

Alessandro Gnocchi, 2 gennaio 2019