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Mattarella e Xi Jinping: le parole che segnano il declino dell’Occidente

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Non tutti gli inizio d’anno sono uguali. Perché il comunismo dei Capodanno non esiste. Ma esistono i Capodanno diversi per potere e per ambizioni. Non ci credete? Prendiamo a caso (si fa per dire) due discorsi di Fine Anno – la F e la A maiuscole non sono casuali – ai tempi del Covid-19. Il discorso del presidente cinese Xi Jinping e quello del Capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella.

Priorità del dittatore cinese

Cominciamo da Xi, il comunista cinese. “Compagni, amici, signore e signori, buonasera! Il 2021 è ormai alle porte e vorrei rivolgervi da Beijing i miei migliori auguri per l’Anno Nuovo! L’anno 2020 è stato un anno fuori dal normale. Nel far fronte all’epidemia di Covid-19 esplosa improvvisamente, abbiamo dato espressione al grande amore che unisce gli esseri umani aderendo al principio secondo il quale bisogna mettere al primo posto il popolo e la vita umana, ed abbiamo scritto un’epopea della lotta all’epidemia con intrepidezza, consapevoli del fatto che l’unione fa la forza. Nei giorni più difficili della lotta all’epidemia, abbiamo assistito a una prova di grande coraggio, tenacia, responsabilità, impavido sacrificio e commovente aiuto reciproco nell’affrontare le difficoltà. (..)”.

Per lo sviluppo economico e sociale Xi Jinping ha sottolineato poi che è “nei momenti difficili che si vede il coraggio di una persona, con la disciplina si raggiungono grandi risultati. Superando l’impatto dell’epidemia, abbiamo ottenuto importanti risultati nel coniugare il controllo e la prevenzione dell’epidemia con lo sviluppo economico e sociale. Il XIII piano quinquennale è stato completato con successo, mentre il XIV piano quinquennale è attualmente in fase di elaborazione. La Cina sta accelerando la creazione di un nuovo modello di sviluppo e sta approfondendo l’attuazione dello sviluppo di alta qualità.

La nostra è stata la prima tra le principali economie del mondo ad aver realizzato una crescita positiva: stando alle previsioni, nel 2020 il Pil cinese supererà i centomila miliardi di yuan. La produzione cerealicola è stata buona per 17 anni consecutivi. Abbiamo ottenuto importanti risultati in termini di esplorazione scientifica – come, ad esempio, la sonda Tianwen-1, la sonda Chang’e 5 e il batiscafo con equipaggio Fendouzhe. A ciò si aggiunge il porto di libero scambio di Hainan, attualmente in costruzione. Abbiamo, poi, resistito a gravi inondazioni. I nostri soldati e la gente del posto hanno lottato insieme contro le inondazioni, superando mille difficoltà e riducendo al minimo le perdite”. Questo il presidente cinese.

Il “futuro” secondo Mattarella

Il nostro presidente Sergio Mattarella invece ha sottolineato che “sono giorni in cui convivono angoscia e speranza. La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere. Vorremmo tornare a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni. Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita. Il virus, sconosciuto e imprevedibile, ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilità dei contagi, delle morti. Le immagini delle strade e delle piazze deserte. Le tante solitudini. Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i propri cari. (…)”.

E ancora, argomenta Mattarella: “Ora dobbiamo preparare il futuro. Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova. Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. È questo quel che i cittadini si attendono. La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l’unità morale e civile degli italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà.

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