Scontro a distanza ministro-sottosegretario. Il “caso Sgarbi”, sempre che si possa definire tale, tiene banco in questa afosa domenica di luglio. Breve riassunto: qualche giorno fa, il direttore del Maxxi Alessandro Giuli invita Sgarbi e Morgan per aprire l’Estate al Museo del XXI Secolo. Il critico d’arte e il cantante discutono, scherzano, fanno qualche battuta sul pene e la prostata, oltre che sul numero di donne avute dal sottosegretario. In platea si ride e si scherza, come dimostrano i video. Ma le proteste di alcuni dipendenti e la successiva attenzione giornalistica fanno esplodere la polemica: le opposizioni chiedono a Sgarbi di dimettersi e al ministro Sangiuliano di spiegare. Ministro che dopo qualche ora entra a gamba tesa annunciando di aver scritto una lettera a Giuli per “avere chiarimenti” su certe “forme di sessismo e volgarità”.
Sangiuliano prende le distanze
Sangiuliano è lapidario: “La libertà di pensiero, tutelata dalla nostra costituzione è sacrosanta ma non deve mai scadere nella volgarità. Sono da sempre e categoricamente lontano, da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da chi rappresenta le istituzioni. La volgarità mi ripugna. Il rispetto per le donne è una costante della mia vita”. Sintesi culturale: “Lei li vede Benedetto Croce, Giovanni Gentile , Giuseppe Prezzolini, Chateaubriand, Tolkien o Ortega y Gasset abbandonarsi a parole del genere? Essere conservatori significa avere sostanza e stile ma anche un’estetica del comportamento”.
Per approfondire
Le scuse di Giuli
Anche il presidente del Maaxi si è cosparso il capo di cenere. “Mi sento di sottoscrivere completamente e convintamente le osservazioni di Sangiuliano – ha detto al Tg1 – il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Quindi a posteriori non c’è spazio per alcuna considerazione che ricalchi lo schema che abbiamo visto nell’inaugurazione dell’Estate al MAXXI”. Giuli ha pure chiesto “scusa alle dipendenti e ai dipendenti” che gli avevano chiesto conto di quanto successo. E poi ha aggiunto: “Tutto nasceva con presupposti diversi, doveva essere una libera e mite conversazione tra un artista e un sottosegretario. Durante la circostanza la discussione ha preso una piega diversa, di fronte alla quale io ho cercato, per quanto mi era possibile, di contenere gli esiti del possibile disagio che poi ne è nato”.
La replica di Sgarbi
Non si è fatta attendere ovviamente la risposta di Vittorio Sgarbi. Anche stavolta, come in mattinata, il critico d’arte consegna ai social la sua riflessione su quanto successo. “Mi scuserei volentieri, ma non so saprei con chi – spiega il sottosegretario – Condivido quello che il ministro dice sul ruolo di un sottosegretario, e infatti sono impeccabili le mie presentazioni di ogni mostra e occasione legata alla mia funzione”. Sgarbi è stupito dal fatto che la polemica sia esplosa a scoppio ritardato, pur essendo il video online da diverso tempo: “Io non sono sessista – dice – Io ho raccontato, alla domanda di Morgan, quello che mi accade. Era una confessione. Le parolacce fanno parte della lingua letteraria, da Moravia a Pasolini”. Insomma: “Con chi mi dovrei scusare? Sono Sgarbi e ho raccontato la mia storia divertente. Tutti si sono divertiti, nessuno si è scandalizzato, hanno chiesto autografi e selfie. In quel momento l’incidente non c’è stato ed è nato 10 giorni dopo per mettere in imbarazzo il presidente del Maxxi”.