Medaglia non olet. Ma siamo sicuri che quel bronzo sia dello sport italiano?

Andy Diaz ha conquistato il terzo posto nel salto triplo alle Olimpiadi di Parigi. Ma fino al 2021 gareggiava con Cuba

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Diaz olimpiadi

In merito al tema delle Olimpiadi, che rispetto allo spirito originario rappresentano da molto tempo una vetrina per mostrare la capacità atletiche e organizzative delle culture sportive nazionali, si sta sempre più affermando l’idea secondo cui una medaglia, al pari della pecunia, non olet. Tant’è che soprattutto nei Paesi economicamente più avanzati, ma sportivamente meno performanti in varie discipline, è invalso il meccanismo di una rapida naturalizzazione di campioni appartenenti a contesti culturali assai distanti, ma in grado di ottenere l’agognato alloro olimpico.

Il nostro Andy Diaz, che ha conquistato la medaglia di bronzo nel salto triplo, rappresenta uno di codesti casi. Cittadino cubano a tutti gli effetti fino al 23 febbraio del 2023, nel luglio del 2021 Diaz decise di non tornare più a Cuba, restando in Italia come rifugiato politico. Dopodiché, contrariamente ad altri rifugiati che non possono giocarsi la carta di una brillante carriera sportiva, il forte triplista dopo appena un anno e mezzo ha ottenuto la cittadinanza italiana, anche grazie alle pressioni della nostra massima burocrazia sportiva, il Coni di Giovanni Malagò, che tosto iniziò la procedura per il conferimento della medesima cittadinanza non appena Diaz fece trapelare le sue intenzioni.

Sta di fatto che, al di là dell’evidente corsia preferenziale di cui godono gli atleti di grande spessore, in questo caso l’idea che una medaglia possa rappresentare il punto d’arrivo di una cultura sportiva nazionale, la quale seleziona gli atleti e li prepara nell’ambito della propria organizzazione tecnico-agonistica, cade completamente.

In questo senso, il nostro campione, essendo cresciuto atleticamente nell’ambito dello sport cubano, rappresenta a tutti gli effetti un ottimo esponente di quella scuola che nei salti ha sempre sfornato grandissimi campioni. Idem con patate per i due atleti che lo hanno preceduto a Parigi, anch’essi nati e cresciuti a Cuba ma divenuti cittadini di altri Paesi, sempre per meriti sportivi: la medaglia d’oro Jordan Diaz, naturalizzato spagnolo nel 2022, e la medaglia d’argento Pedro Pichardo, divenuto portoghese nel 2015.

Sta di fatto, a testimonianza di un certo spaesamento di questi ragazzi provenienti da Paesi molto lontani, che i tecnici italiani hanno decisamente esortato un quasi imbambolato Andy Diaz e prendere e sventolare la bandiera italiana dopo aver conseguito la medaglia. D’altro canto, non possiamo nemmeno pretendere che il simpatico triplista possa strutturare in qualche mese un profondo sentimento nazionale, visto che le sue radici culturali si trovano al di là dell’Oceano.

Claudio Romiti, 11 agosto 2024

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