Molti anni fa mi capitò di visitare a Reggio Calabria la chiesa degli Ottimati (alcuni la chiamano Santa Maria Annunziata). Prende il nome dalla cripta degli Ottimati, e il mio accompagnatore, un gesuita, mi raccontò che gli Ottimati erano una congregazione di nobili fondata dai Normanni. Gli chiesi se potevo modernizzarlo definendola loggia massonica ante litteram, ma il padre gesuita, con un sorriso stanco, fece finta che la mia non fosse una domanda ma una considerazione.
Erano gli anni in cui sull’Italia gravava il mantello nero e svolazzante di Enrico Cuccia, tutto passava da lui, era l’imbuto economico del Paese. Era più potente del ministro del Tesoro e del Governatore della Banca d’Italia. Aveva inventato una app, più geniale di quella di Uber, che gli permetteva di esercitare il potere su aziende possedute da altri ed essere per questo riverito e sontuosamente retribuito. La app si basava su un assunto: se il suo disegno strategico (sempre lo stesso, sostanzialmente banale) aveva successo era merito suo, il proprietario rimaneva tale ed entrava nella sua scuderia. Se il disegno falliva era colpa del proprietario che ne pagava le conseguenze, a volte perdendo l’azienda.
Insomma un Robin Hood, onestissimo a livello personale, che rubava ai ricchi per darlo ad altri ricchi, purché il tutto avvenisse nella cripta degli Ottimati e fosse a somma zero. In un mio libro (Una Storia Operaia, in autunno sarà ripubblicato per la libreria Zafferano) paragonai lui e Mediobanca a una cuscuta, una pianta con stelo filiforme, leggermente curvo, munita di pericolose brattee avvolgenti, potenzialmente mortali per chi le sta accanto. In certe stanze foderate di radica, la mia metafora di allora non fu presa bene.
Con la sua morte iniziò l’agonia della sua creatura, però il declino, grazie all’abilità dei suoi due bravi allievi, è stato lentissimo. D’altro canto, il modello di business originale di Mediobanca era irripetibile e personale: era basato sul terrore che incuteva ai ricchi, ai potenti, ai politici, ai magistrati, quell’omino, sì curvo, ma fatto di acciaio HSS e vendicativo come possono esserlo solo i siciliani-greco-albanesi.