Non è stato un passaggio solamente formale, quello di Giorgia Meloni al Senato della Repubblica per le comunicazioni del governo in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. Nel suo intervento e nella replica, il premier ha toccato tutti i punti all’ordine del giorno: il desiderio di mettere sul tavolo di Bruxelles un accordo sui migranti, il sostegno all’Ucraina, il “no” alle esagerazioni green dei vari Timmermans, il “no” alla dipendenza dall’elettrico cinese e via dicendo. Ma è stato l’ultimo intervento in Aula nel corso della replica, con l’attacco a Conte, a scatenare la bagarre in aula, con gli applausi della maggioranza e le lamentele dei Cinque Stelle.
Leggi qui il testo completo delle comunicazioni del presidente del Consiglio
Meloni stava rispondendo agli interventi dei partiti quando si imbatte nel tema della guerra in Ucraina tirato fuori dal senatore pentastellato Ettore Licheri. “Questa non è più la guerra tra Kiev e Mosca ma è la guerra tra Russia e Nato – aveva finito di dire il grillino – Non bisogna avere paura di negoziare, glielo chiediamo ancora una volta: da quando è lì, ha sempre detto signor sì in Europa, per una volta prenda l’orgoglio italiano per concentrarsi sullo sforzo negoziale”. Meloni risponde a tono: “Noi siamo membri della Nato e siamo contro l’aggressione russa in Ucraina. Poi sappiamo che in questo parlamento ci sono dei partiti che preferirebbero un’alleanza con la Cina rispetto ai Paesi Nato, partiti che auspicano una resa dell’Ucraina sperando che questo possa allontanare il conflitto, ma non è la posizione di questo governo. Su questo non ci capiamo”.
Meloni fa anche notare che in merito alle armi fu il governo Conte ad aumentare la spesa per gli armamenti. “C’è una politica – affonda – che ha due facce: una in privato, nei consessi internazionali; e una in pubblico quando occorre fare propaganda. Ci sono quelli che mettono la faccia sulle scelte che fanno. E io voglio essere così”.
E qui arriva l’attacco a Giuseppe Conte. “Ho sentito dire che io andrei in Europa a prendere ordini – ha detto Meloni – Questo lo diranno i fatti, ma una cosa glielo dico: non mi vedrà mai presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte si rivolse ad Angela Merkel per dire che i 5 Stelle erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi ma alla fine avrebbero fatto quello che loro chiedevano. Preferisco dimettermi che rappresentare una Nazione del genere”. E in aula scatta l’applauso.
Il riferimento è a quanto pubblicato da PiazzaPulita nel lontano febbraio 2019. Il video riprendeva l’ex premier e l’ex cancelliera al banchetto del World Economic Forum di Davos (qui sotto il video).