“Piuttosto che votare per Di Maio, Speranza, Cirinnà, Fratoianni io emigro!”. In questi termini si esprimeva meno di due anni fa Roberto Salis, padre di Ilaria, neo eletta al Parlamento europeo nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra, federazione politica di cui proprio Nicola Fratoianni è segretario. Era il 18 settembre 2022, giusto una settimana prima delle elezioni politiche che avrebbero poi portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, e dal suo account Twitter, Salis padre mostrava tutta la sua avversione nei confronti di un centrosinistra che lui, conservatore da sempre, non ha mai veramente digerito.
Almeno fin quando l’odiato Fratoianni non gli ha manifestato la sua volontà di candidare la figlia Ilaria tra le file di Avs per salvarla dal carcere in Ungheria. Una proposta che, evidentemente, deve aver fatto cambiare drasticamente idea al signor Salis, che da quel momento si è affrettato a rimuovere tutti i post precedenti al 18 settembre 2022 dal suo profilo Twitter, compreso quello in cui lo stesso sbeffeggiava Nicola Fratoianni, ovviamente, inasprendo al contempo le sue posizioni nei confronti di Giorgia Meloni e dell’esecutivo di centrodestra, primo lodato e poi costantemente attaccato. Una sorta di conversione bella e buona, insomma, tanto rapida quanto radicale, quella che ha interessato Roberto Salis, folgorato sulla via di Bruxelles dalla voce di quel Nicola Fratoianni che mai e poi mai avrebbe voluto votare. Meglio emigrare piuttosto.
E invece no, come noto, le cose sono andate diversamente. Molto diversamente. Non solo il signor Salis ha dovuto votare Fratoianni, ma ha persino fatto campagna elettorale al suo fianco, nella speranza di poter fare eleggere quella scapestrata della figlia ed ottenere così immunità e rimpatrio dall’Ungheria. E pensare che poco tempo prima piuttosto che votarlo avrebbe preferito trasferirsi all’estero. Davvero beffardo il destino. Ma, d’altronde, come biasimarlo, cosa non si fa per il bene di una figlia. Ancora meglio, se poi, il bene è accompagnato anche da un lauto stipendio da europarlamentare. In tal caso, può andar bene chiunque, persino Fratoianni, e senza neppure correre il rischio di dover emigrare. Al massimo qualche breve trasferta a Bruxelles, tutta spesata ovviamente.
A questo punto, non ci resta che aspettare di ascoltare Roberto Salis intonare Bella Ciao, magari in duetto con Laura Boldrini, visto dai suoi vecchi tweet è emerso anche un certo disprezzo nei confronti del vittimismo dell’ex presidente della Camera e dell’inno antifascista per eccellenza, dispregiativamente definito da Salis “una canzone comunista come Bandiera Rossa”, altro che canto di libertà.
Salvatore Di Bartolo, 15 giugno 2024
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