Dal divano alla divisa. No, non è il nome di un nuovo reality. E neppure di uno spot elettorale, come improvvidamente lo hanno etichettato a sinistra. Si tratta piuttosto di un ambizioso progetto messo a punto dal presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, Nino Minardo, in accordo con il ministro Guido Crosetto. E prevede, tra l’altro, l’innalzamento dei limiti d’età per l’accesso alle forze armate, al fine di allargare la platea dei soldati e di chi vorrebbe partecipare ai vari concorsi. L’obiettivo prefissato sarebbe inoltre quello di adeguare i suddetti limiti ai progressi sociali del nostro tempo, ed uniformarli altresì a diverse altre legislazioni europee.
Una vera e propria rivoluzione, insomma, che potrebbe consentire a migliaia di disoccupati di intraprendere la carriera militare. Si, proprio così. Presto migliaia di giovani attualmente privi di impiego potrebbero giocarsi la possibilità di entrare a far parte dell’esercito italiano, ma anche del corpo dei carabinieri, dei vigili del fuoco, della polizia di stato, ed avere una valida alternativa rispetto al divano tanto caro ai grillini. La proposta in questione, avrebbe infatti quale obiettivo quello di fornire delle risposte a chi “ha perso il lavoro e non riesce a trovarne un altro in un momento difficile come quello che stiamo vivendo”. Ed ancora, di dare “una possibilità di partecipare ai concorsi ai cittadini più maturi che per svariati motivi hanno superato il limite d’età”.
Ad oggi i limiti d’età variano dai 24 ai 28 anni, a seconda della forza scelta. Con questo nuovo provvedimento, i termini anagrafici d’accesso ai concorsi verrebbero spostati in avanti per tutte le forze dell’ordine. Per l’esercito da 24 a 30 anni; per polizia e vigili del fuoco dagli attuali 25 a 30 anni; anche per i carabinieri il limite sarebbe innalzato a 30 anni. Per il personale ufficiale, sottufficiale e graduati delle forze armate e dell’arma dei carabinieri, la proposta prevederebbe infine un innalzamento fino a 40 anni compiuti.
Per effetto di tali modifiche, una folta platea di attuali beneficiari di reddito di cittadinanza potrebbe di colpo entrare in gioco per un’eventuale assunzione tra le forze armate. Magari, non la massima aspirazione per i tanti giovani che in questi anni sono stati assistiti dal sussidio grillino nella vana attesa che le fallimentari politiche attive previste dal provvedimento decollassero. Né tantomeno la risoluzione alle molteplici criticità che oggi affliggono il mercato del lavoro in Italia. E poi, si dirà, servono ingenti risorse pubbliche per sostenere un così ampio e corposo piano di assunzioni. Non v’è dubbio. Ma, d’altra parte, anche erogare sussidi a pioggia è un esercizio alquanto dispendioso (e distorto). E poi, diciamocelo pure, tra la mimetica e il divano sempre meglio la mimetica. E neanche su questo v’è alcun dubbio.
Salvatore Di Bartolo, 5 maggio 2023