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Meloni attacca il giudice pro migranti: “Un pezzo d’Italia favorisce l’immigrazione”

meloni palazzo chigi

Dopo le motivazioni delle sentenze del giudice di Catania, che hanno “liberato” numerosi migranti con giustificazioni “incredibili”, ora Giorgia Meloni rompe il silenzio. E dichiara di essere “basita” di fronte a quanto successo.

In effetti, basta leggere le carte per capire bene. I ricorsi dei migranti sbarcati a Lampedusa e destinati al trattenimento presso il centro di Pozzallo, come voluto dal nuovo decreto del governo, contengono le storie dai dettagli incredibili. Un tunisino “ha affermato di essersi allontanato dal Paese di origine per questioni essenzialmente economiche e per le minacce che aveva ricevuto da alcuni suoi creditori”. Un altro pare fosse “perseguitato per caratteristiche fisiche che i cercatori d’oro del suo Paese, secondo credenze locali, ritengono favorevoli nello svolgimento delle loro attività”. Un altro ancora aveva avuto dissidi con i familiari della sua ex ragazza, annegata in un viaggio verso l’Italia, che lo ritenevano “responsabile del decesso” della loro parente. Senza dimenticare il migrante che ha avuto “problemi con la moglie in ospedale”, una povera donna cui sarebbero morti tre bimbi dopo il parto, e visto che nel suo Paese “le cure sono a pagamento” lui ha deciso di partire. Però la moglie è rimasta in Tunisia.

Insomma: per questo Meloni è rimasta “basita”. Non solo perché con quelle sentenze il giudice “rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione”, ma anche perché ha dichiarato “unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura)” e perché si è scagliata “contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto”. “Non è la prima volta che accade – dice Meloni – e purtroppo non sarà l’ultima”.

Qui però c’è da risolvere una “pressione migratoria senza precedenti dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente”. Non è questione da azzeccagarbugli. “Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa”. Le manovre con l’Ue stanno portando, si spera, ad accordi con i Paesi di partenza per fermare i barconi e distruggere la rete dei trafficanti. La Francia di Macron è disposta a lavorare al fianco dell’Italia. La Germania un po’ meno. “Un lavoro difficile – ammette il premier – ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza”.

Franco Lodige, 2 ottobre 2023