Aveva chiesto ai suoi elettori di indicarla nella scheda col solo nome di battesimo. Giorgia. Senza indicare il cognome, per sentirsi più vicini, perché “il Palazzo non mi sta cambiando”. Ha avuto ragione lei: i dati delle preferenze alle elezioni europee sono l’indicazione chiara, evidente, palese di come il Meloni abbia senza ombra di dubbio il sostegno del suo elettorato.
Non solo perché Fratelli d’Italia, dopo due anni di governo in una situazione economica e internazionale decisamente complicata, vedi la guerra in Ucraina e quella in Palestina, ha aumentato la percentuale di consenso passando dal 26% delle Politiche del 2022 al 28,8% delle Europee di stanotte e superando così la soglia che la leader si era prefissata. Non solo perché il governo italiano, vista la debacle di Emmanuel Macron e Olaf Scholz, è l’unico grande governo in Ue ad uscire “rafforzato dal voto”. Ma perché il premier – che si era presentata come capolista in tutte cinque circoscrizioni, ha incassato qualcosa come 2,3 milioni di preferenze. In sostanza, da sola “Meloni detta Giorgia” vale più del Movimento Cinque Stelle nel suo complesso (2,2 milioni di voti) ma anche più di Lega (2 milioni) e Forza Italia (2,2 milioni). Più di un terzo dei voti di FdI porta il nome del leader.
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In tutti i collegi, Giorgia sbanca. Nella circoscrizione Nord Occidentale ha incassato 613mila preferenze, staccando di molto sia la piddina Cecilia Strada (267mila) che Roberto Vannacci (182mila) che Antonio Tajani (103mila). Al Centro stesso discorso: Meloni viaggia intorno ai 453mila voti, ben al di sopra della diretta concorrente Elly Schlein che si è fermata ad appena 120mila preferenze. Nel collegio Nord Orientale, invece, bisogna registrare l’ottimo risultato di Stefano Bonaccini (378mila voti, 100mila in più della segretaria dem) che però resta sempre dietro Giorgia con 485mila preferenze. Al Sud, l’unica circoscrizione dove il Pd è riuscito a superare (seppur di poco) Fdi, Meloni ha fatto en plein con 544mila “x” sulla scheda, lasciando dietro di sé anche un ottimo Antonio Decaro (493mila). Infine, le Isole: anche qui il confronto con Schlein era diretto e anche stavolta a spuntarla è “detta Giorgia” con 241mila preferenze contro le 84mila di “detta Elly”. Ilaria Salis, tra Nord-Ovest e Isole, invece, si è fermata a 164mila voti.
Ps: e al momento mancano ancora le preferenze del Comune di Roma, in clamoroso ritardo rispetto a tutti gli altri collegi d’Italia. Meloni potrebbe superare anche l’exploit di Salvini nel 2019, il quale raccolse 2.366.300 preferenze.
di Franco Lodige, 10 giugno 2024
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