A sinistra hanno fatto il salto di qualità. Non in termini di consensi, dal momento in cui i sondaggi certificano una situazione tutt’altro che incoraggiante, con ben 20 punti percentuali che separano la coalizione di centrodestra da quella di centrosinistra. Dalle parti del Nazareno non disperano, anzi, si impegnano ancor di più nella pratica che li vede primatisti assoluti: la demonizzazione dell’avversario attraverso la diffusione di fake news.
Bersaglio delle mire piddine ancora una volta (manco a dirlo) Giorgia Meloni, che ultimamente sembra incutere non poco timore tra le file dem. Ormai non bastano più i continui allarmi di un ritorno del fascismo, evocati un giorno sì e l’altro pure, nel caso in cui la leader di Fratelli d’Italia dovesse vincere le elezioni e varcare le porte di Palazzo Chigi. Stavolta i dem riescono persino a fare di meglio (o peggio, dipende dai punti di vista) ed arrivare a teorizzare lo scoppio di una guerra contro la Libia con la Meloni Presidente del Consiglio.
A predire la guerra con la Libia è stato un oracolo d’eccezione: Giuseppe Provenzano, già ministro per il Sud nell’ultimo Governo Conte e attuale vice di Enrico Letta al vertice della segreteria del Pd. Nel corso di una trasmissione Rai, infatti, il vicesegretario dem l’ha sparata grossa, sostenendo che la proposta di istituire un blocco navale avanzata da Giorgia Meloni per porre un freno alle migrazioni clandestine equivale ad una dichiarazione di guerra alla Libia.
Evidentemente, Giuseppe Provenzano deve aver mal digerito la calorosa accoglienza riservata dai suoi conterranei alla Meloni nel corso della trasferta elettorale in Sicilia della leader di Fdi (in Sicilia il prossimo 25 settembre si vota anche per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana). Il vicesegretario del Pd ha infatti accusato Giorgia Meloni di non aver alcuna concreta proposta di sviluppo per la Sicilia, ma di pensare solo ed esclusivamente all’istituzione di un blocco navale che, secondo Provenzano, finirà per trascinarci in una guerra contro i libici.
Ciò che Provenzano volutamente non dice, e che la stessa Giorgia Meloni ha a più riprese precisato, è che il blocco navale non equivale assolutamente ad una misura di guerra, bensì ad un intervento da portare avanti come missione europea in accordo con le autorità libiche, con inclusa l’apertura di hotspot nel continente africano, al fine di poter valutare chi ha diritto ad ottenere lo status di rifugiato e chi invece no. Inoltre, l’ex Ministro per il Sud probabilmente dimentica che già in passato più volte sono stati fatti accordi di questo genere, anche e soprattutto da esecutivi di centrosinistra, a partire dal Governo Prodi nel lontano 1997.
Che altro aggiungere? Giuseppe Provenzano questa volta si é proprio superato. E c’è da scommettere che, andando avanti di questo passo, il vicesegretario dem correrà il serio rischio di superare il suo stesso segretario.
Salvatore Di Bartolo, 30 agosto 2022