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Per Emmanuel Macron piove letteralmente sul bagnato. Dopo aver annunciato le dimissioni per la pesante sconfitta ricevuta alle elezioni europee, il presidente francese deve adesso fronteggiare la nuova composizione del Parlamento europeo, con le prime avvisaglie che non possono che farlo preoccupare.
Proprio oggi il gruppo di riferimento della sua formazione politica, Renew Europe, ha visto perdere ulteriori pezzi. I 7 deputati di Ano, partito ceco legato al presidente Andrej Babis, hanno infatti abbandonato il gruppo, portando il pallottoliere dei seggi macroniani a 74, rispetto ai 102 della precedente legislatura. La strada per la riconferma di Ursula von der Leyen si fa quindi sempre più tortuosa.
Dall’altro lato i conservatori di ECR, capeggiati da Giorgia Meloni, hanno visto l’arrivo di 11 nuovi eurodeputati che portano così il gruppo a quota 83 parlamentari, sorpassando Macron rispetto alla passa legislatura e diventando quindi il terzo più grande in Europa alle spalle dei Popolari e dei Socialisti e Democratici.
Questo allargamento ha fatto però saltare le trattative per l’ingresso degli ungheresi di Fidesz, formazione del premier Viktor Orban che dopo aver rotto col Ppe nel 2021 era rimasto nel gruppo dei non iscritti. Il vero motivo del mancato matrimonio Orban-Conservatori sarebbe l’adesione dell’Aur. Il presidente ungherese non ha preso bene l’ingresso dell’Alleanza per l’Unione dei romeni coi suoi 5 eletti, facendo subito arrivare un messaggio chiaro tramite Mate Kocsis, leader del gruppo parlamentare ungherese: “Fidesz non condividerà mai un gruppo al Parlamento europeo con Aur, conosciuto per la sua posizione estrema anti-ungherese”.
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