Meloni netta: “No a truppe in Ucraina”. Macron la farà finita col protagonismo?

Il presidente francese vuole guidare l’Occidente contro Putin, ma rischia di portare a un’escalation irreversibile

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Emmanuel Macron ha scatenato un vero e proprio terremoto. La proposta del presidente francese di inviare truppe occidentali in Ucraina per combattere contro i militari russi di Vladimir Putin ha indispettito gli alleati e soprattutto ha scatenato la reazione muscolare di Mosca, che da tempo cerca lo scontro frontale con la Nato. I principali leader europei hanno stigmatizzato i propositi del capo dell’Eliseo, ieri ancora una volta Giorgia Meloni ha ribadito il no all’intervento diretto sul territorio ucraino.

Nelle dichiarazioni in Senato in vista del Consiglio europeo, il presidente del Consiglio ha messo in chiaro che l’Italia “non è favorevole in alcun modo a questa ipotesi” avanzata da Macron perché “foriera di un’escalation pericolosa da evitare invece ad ogni costo”. Meloni ha ribadito da un lato l’impegno per “una pace giusta, duratura, rispettosa della dignità della nazione aggredita” ma dall’altro ha ricordato che “un ostacolo fondamentale a qualsiasi possibile negoziato sta nel fatto che fin qui la Russia ha sistematicamente violato gli accordi sottoscritti e il diritto internazionale”.

Meloni ha condannato senza se e senza ma lo svolgimento di elezioni farsa in territorio ucraino e le vicende che hanno portato al decesso in carcere di Alexei Navalny – “il cui sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato” – ribadendo la piena sintonia all’interno del governo sulla gestione del dossier ucraino. Il no alla proposta ventilata da Macron è convinto, fermo, perentorio. Non è plausibile ipotizzare uno scontro frontale con Mosca, considerando che la guerra è già alle porte dell’Europa e basta poco, pochissimo a scatenare la furia russa.

“La posizione dell’Italia è molto chiara e l’ho ripetuto anche durante l’incontro con Blinken: le decisioni della Nato vengono prese da tutti i Paesi della Nato, non c’è un Paese o un gruppo di Paesi che decide per gli altri”, ha ribadito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Noi siamo grandi sostenitori dell’Ucraina, siamo pronti a fare ancora di più, sia per quanto riguarda gli aspetti finanziari, sia per quanto riguarda gli aspetti della ricostruzione, sia per quanto riguarda inviare materiale. Però tra questo e dire che mandiamo le truppe a combattere contro i russi c’è una bella differenza, non credo che sia un buon messaggio, dobbiamo lavorare per la pace”.

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Le ultime uscite di Macron hanno stonato, è lapalissiano. Putin non è leader che si fa intimidire facilmente e il possibile invio di truppe occidentali porterebbe solamente ad un’escalation con esiti catastrofici. Le posizioni dei partner dovrebbero indurre il capo dell’Eliseo a un passo indietro: la mania di protagonismo è palpabile, ma è necessario usare toni più diplomatici. È comprensibile che Macron debba mostrarsi forte per ragioni elettorali interne, ma così facendo rischia di esporre l’Europa a pericoli imprevedibili. A tal proposito, dovrebbe ripensare alla storia recente e alla scellerata offensiva di Sarkozy contro la Libia per abbattere Gheddafi, con ripercussioni che stiamo pagando ancora oggi.

Massimo Balsamo, 20 marzo 2024

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