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“Meloni premier? Il vero disastro sono i governi-ammucchiata”

Intervista a Nicola Porro di Real Team Tv a cura di Maurizio Bianchini.

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Il padreterno è liberale. Antonio Martino e le idee che non muoiono mai (Edizioni Piemme). Intervista a Nicola Porro di Real Team Tv a cura di Maurizio Bianchini.

Buongiorno amici di RealTeamTV, oggi abbiamo un’ospite molto particolare: Nicola Porro, vicedirettore del Giornale, conduttore di Quarta Repubblica e protagonista della zuppa e così via. Sono tante di cose che fa, però oggi è qui per presentare Il Padreterno è liberale. Antonio Martino e le idee che non muoiono mai (Piemme edizioni), il suo nuovo libro uscito a novembre. Un libro sul liberalismo e sulla figura di Antonio Martino. Martino è stato il suo mentore, il suo maestro: come lo ricorda?

Questo libro è un ricordo di Antonio Martino. Attraverso le sue parole e il suo ricordo parlo del liberalismo da un punto di vista pratico. Anche perché Martino non era un politico di professione, bensì un professore di economia dedicato alla politica. Con il libro ricordo che cosa vuol dire la pratica del liberalismo quando si fa politica, ma anche tanti altri principi che riguardano tutti quanti i liberali. Questo libro percorre il liberalismo attraverso un grande personaggio come Antonio Martino. Il libro è dedicato a lui, al suo ricordo, ma è anche molto di più: è scritto in modo spero semplice ed è rivolto a tutti quelli che magari conoscono poco sia Martino, che il liberalismo.

Se non sbaglio questo libro era nato come un’intervista a lui, poi è successo quello che è successo…

È così. Difatti, l’ultimo capitolo del libro è l’ultima intervista che ho fatto ad Antonio Martino. Doveva essere un libro-intervista a un signore che – caso più unico che raro – ha deciso di non candidarsi più. Non sono gli altri che non hanno voluto candidarlo in Parlamento, ma lui che non ha voluto. Mi interessava capire che cosa lo aveva spinto a questa scelta di uscire dalla politica. Poi purtroppo è mancato. Non mancano però tanti aneddoti, tante storie della sua vita. Forse, se le avesse raccontate direttamente lui, lo avrebbe fatto con più prudenza.

Insomma, parliamo di un saggio, di una riflessione sul ruolo e sulla figura dei liberali italiani.

Esattamente. Attraverso la storia di Antonio Martino, ripercorro l’inizio della storia del Partito Liberale degli anni Ottanta, i suoi ruoli, le alleanze, poi la nascita di Forza Italia, i governi di centrodestra, di centrosinistra. E poi c’è l’ultima parte in cui Martino – come detto – parla della sua decisione di lasciare perdere la politica. C’è una legge molto divertente che Martino racconta sul perché non voleva fare più politica: per lui “ogni legislatura è migliore della successiva ed è peggiore della precedente”. Per lui, quindi, era meglio stare a casa a studiare e a leggere piuttosto che fare politica.

Puoi spiegarci il concetto di libertà di scelta?

Quello da cui nasce il titolo del libro: l’entità che poteva decidere della nostra vita, del nostro modo di essere, del nostro modo di pensare, ci ha dato la libertà di non credere nella sua esistenza. Possiamo rinnegarlo, negarlo, possiamo bestemmiarlo. Questa grande libertà di scelta che ci ha dato lo rende “liberale”.

Spesso inviti a regalare questo libro a un comunista…

È una battuta martiniana… perché chiunque non conosca il liberalismo attraverso le opere di Martino forse potrebbe convincersi della follia di non essere liberale o non conoscere bene le sue determinazioni. Per questo dico di regalare il Padreterno liberale a un comunista.

Possibile essere liberali nel vero senso della parola in Italia?

Individualmente sì, molti di noi sono liberali. Il problema dei liberali è la loro organizzazione politica, il fatto di mettersi insieme, di costruire un partito, una forza politica. Di sicuro è difficile che liberali vadano d’accordo tra di loro. Trovano sempre modi per distinguersi. Ci sono tanti aggettivi per definire i liberali. Ecco, Martino è uno di quelli che pensava i liberali senza aggettivi: per lui non c’erano il liberal socialista, il liberal democratico, il liberal-libertario, ma solo il liberale. Punto.

Nel libro c’è una grossa critica al “reddito di cittadinanza” e al “gretismo”…

Sì, sono due cose che sono criticate fortemente dal pensiero liberale e da Martino. Criticare il reddito di cittadinanza non vuol dire non voler aiutare i più deboli. Anzi, tutti i liberali pensano che la crescita della ricchezza sia a beneficio delle persone che meno possono e che sono nate in posizioni più basse. Il gretismo, invece, è una nuova religione basata sull’ambientalismo che per Martino e tanti di noi non è altro che una variante del socialismo di matrice ottocentesca.

Non mancano aneddoti su Berlusconi, Montanelli e altre figure rilevanti come Prodi, Draghi, Monti e Tremonti.

Nel libro sono raccontati tanti incontri di Martino. C’è quello a Venezia con Monti, nel quale quest’ultimo disse che dopo il comunismo stava fallendo anche il capitalismo, per cui si doveva andare verso una terza via. Martino lo sbertucciò per questo. Ci sono poi i rapporti non idilliaci con l’allora ministro di Forza Italia Tremonti, e quelli pessimi con Prodi. Insomma, Martino è uno di quelli che non le mandava a dire. Nel libro ci sono passaggi tranchant su molti personaggi importanti della politica italiana.

A proposito di giudizi tranchant, ho letto da qualche parte un tuo giudizio sul bonus 110%…

Allora, il bonus 110% aveva il problema sostanziale dell’efficienza della spesa, perché si davano più di quanto spendi. Detto questo, è stato anche molto utile all’aumento della produzione industriale lorda nell’anno in cui è stato introdotto. Ma la cosa più grave è che se si decide di abolire una legge come ha fatto lo Stato italiano lo si deve fare senza rendere le cose più complicate e difficili. Invece il modo di fare italiano è quello di cancellare senza dirlo.

Il libro è arrivato alla terza ristampa…

Sì, la terza ristampa. Grazie anche al racconto che ne ho fatto sul web. Ringrazio anche te, perché in realtà non è uno di quei libri che le librerie adorano. Metti insieme Porro e Martino, due liberisti, uno molto antipatico come me, l’altro come Martino con le sue idee… non è esattamente una di quelle cose che vanno proprio di moda nelle librerie italiane…

Nona  caso si fa fatica trovarlo nelle librerie. Io ho dovuto comprarlo su Amazon…

Da una parte mi spiace perché io adoro le librerie di prossimità, quelle sotto casa nelle quali parli col libraio, dall’altra è anche un elemento di libertà. Se le librerie non lo vendono, peggio per loro.

Come vedi la nuova classe dirigente che è andata al governo?

Il problema fondamentale per un liberale è che ci sia sempre la possibilità di avere una classe dirigente che sia responsabile di quello che fa, in modo che poi uno possa decidere di cambiarla alla prossima occasione. I governi ammucchiata in cui non si capisce chi comanda, chi decide, sono il vero disastro. Quindi bene che ci sia una nuova classe dirigente, nella misura in cui poi dopo qualcuno possa giudicare il suo comportamento. Non esiste un paese democratico e liberale se non c’è un’opposizione forte che possa sostituirla.

Che ci dici delle tue famose ripartenze?

Le ripartenze sono questi incontri fisici che organizzo. La prossima sarà il 7 e 8 luglio a Bari (ne ho fatta una a Milano a gennaio e un’altra l’anno scorso) Siamo alla quarta edizione. È un modo per portare grandi imprenditori in un teatro, in un luogo fisico e farli incontrare con le persone che ascoltano i miei canali internet e un ministro del settore. Questa idea vuole rendere il digitale un po’ meno virtuale.

Nella tua trasmissione “Quarta Repubblica”, e di questo voglio farti i complimenti, riesci a gestire ospiti diversi come per esempio Capezzone e Sansonetti . Non a caso come conduttore ti sei definito “democristiano”…

Sì, entro nelle case di molti italiani e in una televisione generalista difficile avere dei punti di vista netti, come sui miei libri e sul mio sito. In televisione sono un po’ democristiano: cerco di tenere a bada le diverse posizioni, anche se si capisce bene come la penso. Faccio intuire come la penso, ma cerco di essere equilibrato.

Qual è il segreto del successo della tua zuppa?

Dal fatto di dire quello che penso. Non credo ci sia altro.

Ultima domanda: perché acquistare il tuo libro?

Per avere un punto di vista completamente diverso rispetto a quello che si definirebbe il pensiero mainstream, cioè l’onda corrente. Quello che diceva Martino, quello che pensava Martino è sempre stato anticonvenzionale. E secondo me una boccata di aria di anticonvenzionalità fa bene a tutti.