Le spiegazioni del premier

Meloni: “Vi spiego il perché della tassa sugli extraprofitti”

Il giorno dopo l’approvazione dell’imposta sulle banche, il premier risponde alle critiche: “Profitti ingiusti”

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Giorgia Meloni

Il premier italiano Giorgia Meloni ha approvato, insieme al governo, una serie di misure in Consiglio dei ministri, compresa l’imposta per tassare i margini di profitto “ingiusti” delle banche. Dopo la conferenza stampa di Matteo Salvini, le polemiche per l’assenza di Giancarlo Giorgetti e il crollo in borsa dei titoli bancari, ora è la leader di FdI a metterci la faccia e a difendere il prelievo “forzoso” sugli utili degli istituti di credito.

Meloni e la tassa sugli extraprofitti delle banche

Durante un collegamento social nella rubrica “Gli appunti di Giorgia”, Meloni ha spiegato perché il Consiglio dei ministri ha approvato una serie di misure significative tra cui la tassa sugli extraprofitti. “Stiamo vivendo una fase economica e finanziaria complicata”, ha ammesso Meloni, attribuendo la situazione all’inflazione che colpisce tutta l’Europa. Ha poi proseguito sottolineando l’importanza di un comportamento corretto da parte del sistema bancario in questa fase di difficoltà.

Per approfondire

Per il premier le banche stanno registrando utili record, motivo per cui il governo ha deciso di introdurre una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse. Questa non è una tassa su un margine legittimo, ha precisato Meloni, ma un’imposta su un margine ingiusto. La tassazione dei margini ingiusti delle banche servirà a finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese, che attualmente affrontano difficoltà dovute all’alto costo del denaro.

Contro la criminalità organizzata, le nuove misure

Inoltre, Meloni ha annunciato un’iniziativa mirata a combattere la criminalità organizzata. “Abbiamo approvato una norma che evita ogni incertezza nei processi e che consente di impedire che processi aperti perché legati alla mafia finiscano nel nulla,” ha detto. Questa mossa dimostra, ha detto, “quanto il governo sia determinato” a combattere “il cancro della criminalità organizzata”.

Reddito di cittadinanza, respinte le accuse

Nel frattempo, Meloni ha respinto le affermazioni che la revoca del reddito di cittadinanza sia stata improvvisa. “È falso”, ha dichiarato, spiegando che la mossa era prevista nel programma del centrodestra e era inclusa nella legge di bilancio adottata a dicembre. Invece di tornare sul reddito di cittadinanza, il governo intende passare al ‘Reddito di occupazione’, ovvero un reddito guadagnato attraverso il lavoro.

Meloni e il salario minimo

Nella rubrica “Gli appunti di Giorgia”, Meloni ha anche spiegato perché non ha accettato la proposta sul salario minimo così come è stata presentata dalle opposizioni. Ha evidenziato il rischio che stabilire un salario minimo legale possa portare alla sostituzione del minimo contrattuale, peggiorando la situazione salariale invece di migliorarla. “Se io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo – ha detto – E allora il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora”.

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