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Meno tasse, meno spesa. Proviamo?

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Di seguito, pubblico una corrispondenza con un mio lettore

Gentile Dr. Porro,
Ho letto come al solito, con interesse, il suo articolo sul Giornale di oggi. Mi sembra e lo dico a malincuore, ma forse sbaglio, di vederne sempre meno di articoli suoi.

Personalmente non so se dal punto di vista etico la flat tax e l’abolizione del concetto di progressività dell’aliquota sul reddito sia un’idea giusta o sbagliata. È un concetto introdotto in Inghilterra alla fine del 700 e forse aveva una sua giustificazione e forse ce l’ha tuttora: non lo so.

Sono invece d’accordo con lei che una riduzione delle aliquote fiscali è un incentivo per gli investimenti e quindi in teoria un bene per la collettività.
Vi sono però due problemi fra loro collegati:

1) Una riduzione delle aliquote in Italia porterebbe a minori entrate di quelle attuali (nonostante l’effetto positivo sulla crescita. Così almeno sostengono i modelli econometrici di Bankit e del MEFi)

2) Il livello del nostro indebitamento pubblico.

Se è vero che un incremento della pressione fiscale danneggia l’economia, d’altro canto, i mercati a torto o ragione credono solo ai soldi che entrano o escono oggi. Più tasse significano più soldi con cui pagare interessi e finanziare debito che viene a scadenza. Meno tasse, meno soldi nelle casse dello stato. Tutto il resto richiede analisi che francamente i trader non possono o non vogliono fare.

L’unica cosa che conta per loro sono le decisioni di politica fiscale e le possibili reazioni delle agenzie di rating. Certo, la riduzione delle imposte può essere finanziata da una riduzione della spesa, ma questo capita rarissimamente (la Legge Fornero fu un’eccezione e causò una quasi rivoluzione). Se poi, a torto, o ragione, i trader pensano che un ministro della repubblica abbia una mezza intenzione di togliere l’Italia dall’euro, per prima cosa vendono, o non rinnovano i titoli a scadenza, poi il resto diventa “history”.

Non sono un economista ne pretendo di esserlo, però dopo più di 22 anni in trading rooms di grosse banche, sono abbastanza sicuro che appena i mercati avranno sentore che flat tax, reddito di cittadinanza e modifiche alla Legge Fornero non sono solo propaganda, allora i rendimenti sui titoli di stato schizzeranno. E la cosa mi preoccupa.

Colgo l’occasione per inviarle i miei migliori saluti,

Giancarlo S.

Risposta

Caro Giancarlo grazie per la sua lettera.
Ha ragione capisco bene quale sia l’elettricità nelle trading room. Io ne faccio una questione di principio, che mi rendo conto non interessa i trader. E cioè, dove ha portato l‘ipertassazione degli ultimi dieci anni? Ad un pari aumento della spesa pubblica.

E non basta: a un incremento del debito di circa 300 miliardi in dieci anni. Siamo sicuri che non convenga affamare la bestia e sperimentare una riduzione della spesa dovuta ad una forte riduzione delle entrate? I mercati balleranno, sono certo. Ma lei si rende conto che hanno digerito Salvini-DiMaio? Una circostanza che a raccontarla due anni fa, sarebbero tutti saltati sui desk.